Roma – Lazio, De Grandis: “non vedo una favorita nella stracittadina”

Il noto giornalista parla anche del codice etico nel calcio e della tanto discussa moviola in campo

Roma e Lazio logo

ROMA SERIE A ROMA – LAZIO DE GRANDIS CODICE ETICO MOVIOLA IN CAMPO / ROMA – Stefano De Grandis, noto giornalista sportivo, ha lasciato le seguenti dichiarazioni sul derby di domenica, sul codice etico nel calcio e sul dibattutissimo argomento della moviola in campo:

SU ROMA – LAZIO:

La Lazio ha molti infortunati. Non manca nessun perno della squadra, ma mancano giocatori comunque importanti: non ci sono terzini a disposizione in questo momento. La Roma soffre i molti squalificati, e la diversa classifica, con la responsabilità di giocare in casa e doversi rifare del derby d’andata, le addossa maggiori pressioni. Per queste ragioni non vedo una favorita nella stracittadina”.

SUL CODICE ETICO:

Sono d’accordo fino a un certo punto con i codici etici. Quello adottato da Prandelli mi è piaciuto, ma si sta esagerando: se un giocatore, come Cassano anni fa, esce dal campo buttando la maglia e facendo le corna all’arbitro, è giusto che vada censurato, perché rappresenta l’Italia in Nazionale. L’espulsione di Osvaldo con l’Atalanta mi sembra un’esagerazione: non ci si deve accanire come censori. Per Luis Enrique il discorso è ancor più particolare: mettere in tribuna De Rossi per tre minuti di ritardo è un’azione alla Tafazzi, cioé prendere una bottiglia e scagliarsela con violenza al di sotto della cintura… Nessun giocatore della Roma chiederà mai la testa di De Rossi: si possono dare indicazioni alla squadra senza essere integralisti islamici”.

SULLA MOVIOLA IN CAMPO:

Sono contrario alla moviola in campo. Lo strumento tecnico va bene, che sia aggiungere uomini o strumenti. La moviola no per un motivo semplice: si decide in pochi secondi, e sulla porta per i gol-fantasma si possono mettere delle telecamere. In fuorigioco non si può puntare sulla moviola: se l’arbitro fischia e non era fuorigioco, cosa si fa? Chi prende il pallone? Le partite durerebbero tantissimo così. Basterebbe capire che, oltre al centravanti che sbaglia, anche l’arbitro può sbagliare. Le grandi potenze come Milan e Juventus non accettano gli errori, ma quando le piccole realtà come il Chievo patiscono disattenzioni arbitrali nessuno dice niente”.

 

Andrea Tocci

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