Roma, il punto della situazione: cosa non funziona?

Una riflessione sui punti deboli della squadra per capire quali siano gli effettivi ambiti di miglioramento per il futuro

Il mister giallorosso Luis Enrique (Getty Images)

ROMA PUNTO DELLA SITUAZIONE COSA NON FUNZIONA / WEB – Ieri è arrivata l’undicesima sconfitta in campionato di questa stagione, le stesse che aveva collezionato la Roma dello scorso anno. I giallorossi del duo RanieriMontella avevano chiuso il torneo a quota 63 punti. Se in queste ultime partite la squadra dovesse ottenere 5 vittorie e 4 pareggi, il punteggio sarebbe identico. Ora, però, c’è anche da riflettere sul fatto che la Roma, seppur cresciuta dalle prime uscite stagionali, non mostri poi grandi segni di progresso. Dopo le vittorie con Palermo e Genoa, l’ambiente era tornato ottimista ma si era trattato del solito gioco degli umori alimentato dai mass media, un gioco che trova terreno fertile in una piazza come quella romana. Perchè è vero che i giallorossi non hanno subito neanche un gol in due partite, ma è altrettanto vero che,sia con i rosanero che con i rossoblù, c’è mancato poco che arrivasse il pareggio. A Palermo è stato fondamentale Bogdan Lobont mentre con il Genoa ci ha pensato la traversa a fermare Palacio. Arrivati a questo punto c’è da chiedersi: questa squadra può veramente ambire a traguardi alti? I suoi problemi derivano dai giocatori che ha a disposizione? E se questo fosse vero, perchè allora non adeguare schemi e filosofia di gioco alle risorse che si hanno? Domande che tirano in causa anche la nuova dirigenza e Luis Enrique. Lo spagnolo ha mostrato spesso di essere fin troppo coerente. La sua Roma soffre sulle ripartenze, ormai tutti l’hanno capito ma, nonostante l’alternanza nella discesa dei due terzini, i rischi per la porta romanista non sembrano essere diminuiti. Ieri il migliore in campo è stato, ancora una volta, Stekelenburg. Infine, c’è da riflettere  anche sul reparto offensivo: le verticalizzazioni, a volte, sono assenti, forse perchè mancano giocatori capaci di saltare l’uomo. Questo si traduce in un possesso palla sterile e in un attacco poco prolifico. Sono davvero poche le partite in cui la Roma ha trovato con facilità tanti gol come con l’Inter o con il Cesena. In definitiva, è tempo di chiedersi: sarà questa l’idea di base per il futuro? E’ Luis Enrique l’uomo giusto? Ma il problema, poi, non è neanche solo suo. Giocatori che un giorno sembrano in netto miglioramento, una settimana dopo commettono i soliti errori di distrazione? Si tratta solo della giovane età? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

Marco Pennacchia

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