Mercato Roma, Canovi: “Prenderei Zeman tutta la vita. Giroud mi ricorda Falcao”

L’intervista radiofonica al noto procuratore sportivo italiano da sempre vicino alle sorti della società giallorossa

Il procuratore storico Dario Canovi

CALCIOMERCATO ROMA / WEB – L’emittente radiofonica Centro Suono Sport ha intervistato Dario Canovi, uno dei più importanti agenti di mercato del calcio italiano ed internazionale. Il procuratore è da sempre molto vicino all’ambiente Roma, e perciò ha parlato prevalentmente del nuovo tecnico giallorosso, che a suo parere dovrebbe essere Zeman, e di qualche calciatore finito in orbita capitolina.

L’intervista a Canovi:

 Quale allenatore sceglieresti per la Roma?
“Zeman tutta la vita”.

Granqvist?
“Un calciatore che suggerirei sempre, un buon giocatore e un buon professionista. Nazionale svedese, da due tre anni è titolare inamovibile, lo vorrebbe Ibra al Milan perché così non se lo trova contro. Non è Thiago Silva ma è uno di quelli che alla Roma di quest’anno avrebbe fatto comodo. Concreto, di rendimento costante, difficilmente sbaglia una partita. Non potrei non consigliarlo alla Roma. Lui ovviamente sarebbe contento ma l’eventuale interesse il procuratore lo conosce per ultimo. Su di lui ci sono due o tre grandi squadre e lui è uno dei pochi che può dire di aver fatto un grande campionato”.

Molti giocatori del Genoa sono stati accostati alla Roma. C’è un riavvicinamento?
“C’è sempre stato un buon rapporto tra Sabatini e Capozzucca”.

La Roma è in ritardo nei tempi per il mercato?
“Dal tecnico dipende il mercato: Sabatini ha ammesso che lo scorso anno ci sono stati degli errori in sede di mercato, vedi per esempio i centrali difensivi non adatti per il gioco di Luis Enrique. Fino a che non si troverà l’allenatore la campagna acquisti non andrà avanti”.

C’è oggi un calciatore da scoprire di cui ancora non si fa il nome?
“Giroud vi assicuro che, fatte le debite proporzioni, assomiglia a Falcao, sia fisicamente che tecnicamente. Quattro anni fa il Montpellier era fallito e per ricominciare ha messo in prima squadra i calciatori della primavera, un metodo che ha pagato”.

Luis Enrique ti ha sorpreso?
“Non lo conosco personalmente, non l’ho mai incontrato. I dirigenti della Roma avrebbero dovuto presentarmelo. Non mi ha sorpreso il suo addio, è un atto di coerenza. Non credo se ne sia andato per lo stress ma perché ha capito che c’era la difficoltà di portare avanti la sua idea. La squadra non era sicuramente fatta per il suo tipo di gioco. La Roma deve fare quattro o cinque acquisti, i dirigenti devono essere onesti nei confronti dei tifosi e dire che tipo di progetto si dovrà fare”.

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