Siena, Sannino: “Noi facciamo il lavoro più bello al mondo, non possiamo essere stressati”

Il mister su Luis Enrique, il lavoro da allenatore, le sue aspirazioni e Mattia Destro

Giuseppe Sannino

SANNINO LUIS ENRIQUE DESTRO AS ROMA / WEB – Oggi Giuseppe Sannino, allenatore del Siena, è intervenuto ai microfoni di Radio Ies durante la trasmissione “La Città nel Pallone“. Alcune sue dichiarazioni sono state a proposito di  questioni riguardanti la Roma pertanto si riportano qui di seguito.

Giudizio su Luis Enrique?
L’ho conosciuto, lo stimo molto. A Roma ha trovato delle difficoltà, ma bisogna vivere le situazioni, la realtà di Roma. Sicuramente lo stress può essere una componente in cui una persona sola come un allenatore viene messo in difficoltà, ma noi facciamo il lavoro più bello del mondo. Ci sono milioni e milioni che vorrebbero fare quello che noi privilegiati facciamo. Io lo stress l’ho subìto quando non ho allenato. Lavorare in questo mondo, per chi già lo ha frequentato, è la cosa più bella. Lo stress c’è quando sei alla ricerca di uno stipendio, o come è successo a me, vinci due campionati consecutivi e rimani a casa. Io cominciai a correre per non pensare”.

Il momento migliore di quest’anno?
E’ stato quando sono potuto scendere all’Olimpico da allenatore”.

Se ci scendesse da allenatore della Roma però…
E’ una cosa troppa grande per me. Io sono fatalista e tutto quello che ho avuto è stato quello che ho meritato. Aspetto con serenità quello che mi capita”.

Su Mattia Destro.
Di mio ci ho messo poco. Ogni allenatore può fare qualsiasi cosa, ma se dall’altra parte non c’è un ragazzo intelligente può fare poco. Mattia è un ragazzo di buona famiglia, che è una cosa importante, ha dei sani principi e ha capito che Siena era per lui l’opportunità di potersi esprimere. Sicuramente all’inizio ha sofferto un pochino perché il Siena doveva salvarsi, e perché le punte non possono crogiolarsi al limite dell’area avversaria. Poi ha capito che il sacrificio valeva la pena e che ha ampi margini di miglioramento. Neanche lui sa le reali possibilità che ha. E’ un talento, ha 21 anni e una vita davanti. Ogni tanto un calcio nel sedere fa sempre bene come a un figlio, ma tutto quello che ha fatto è merito suo, anzi, gli ho tolto qualcosa perché è stato tanto in tribuna, ma penso che alla fine ha trovato una persona come il suo papà che pensa al suo bene. Credo che alla lunga ti ricordi le persone che volevano l’impossibile da te e spero che Mattia si ricordi di me come una persona che ha cercato di dargli degli input per essere uomo in un mondo in cui a volte si deve essere ragazzini e dove non è tutto oro quello che luccica”.

Sarebbe pronto per la Roma?
Mattia ha fatto il suo primo campionato in Serie A, facendo 12 gol. Ha bisogno di persone che gli diano ancora delle conoscenze e lui deve essere un ragazzo serio che riesce a prendere il meglio da tutti gli allenatori che ha. Facendo questo diventerà un grandissimo giocatore”.

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