Roma-Fiorentina, De Sisti: “Sabato uno splendore di partita”

L’ex centrocampista di Roma e Fiorentina parla della sfida di sabato

Giancarlo de Sisti

ROMA FIORENTINA / ASROMALIVE.IT – Giancarlo De Sisti stamattina, intervistato dal giornale Il Romanista, ha parlato della sua storia con la Roma e con la Fiorentina, della partita di sabato sera, del momento della Roma, del ritorno del Boemo e di Aquilani. Picchio, questo il suo soprannome, cresciuto nelle giovanili della Roma e passato in prima squadra nel 1960, ha giocato alla Roma dieci anni, intervallati da 9 alla Fiorentina. Proprio per questo alla vigilia di una sfida che da un po’ di anni non aveva un sapore di alta classifica, l’ex giallorosso e ex viola parla della partita e delle due esperienze ormai lontane cinquant’anni: “La Roma è stata per me la mamma, perché mi ha fatto nascere – dice ancora oggi – mentre la Fiorentina è colei che mi ha cullato e fatto crescere». Anche se poi, gli ricordiamo, è tornato dalla mamma. «Stiamo parlando delle due città più belle del mondo – continua “Picchio”. – Perché Roma è bellissima, ma anche Firenze, nel suo piccolo, non è da meno. Due società in cui mi sono trovato altrettanto bene“.

Che fosse scritto che avresti legato il tuo nome alle due squadre lo si ricava anche dall’aver segnato il tuo primo gol in serie A proprio in un Roma-Fiorentina, nel lontano marzo del ’62.
“Lo ricordo benissimo. Anche perché non ne ho fatti molti, e poi perché somiglia molto a quello che segnai più tardi, nel ’74, nel derby contro la Lazio, altra gara che vincemmo per 1-0. C’era un cross che veniva da sinistra, io calciai di esterno destro e la palla finì alla destra di Albertosi, tra palo e portiere”.
Come vedi la sfida di sabato sera?
“Mi aspetto uno splendore di partita. Ci sono tutte le premesse, infatti, per vedere un bellissimo calcio. Due squadre che giocano palla a terra, con buona tecnica, veloci, organizzate. Magari con qualche piccolo problema, sia l’una che l’altra, ma tutt’e due in grado di dar vita ad una grande partita”.
Due tecnici che antepongono il gioco al risultato. O meglio, senza considerarlo secondario, concepiscono questo come frutto del gioco stesso.
“Dovrebbe essere sempre così. Da quello che si vede in campo, e mi riferisco a quando giocano appunto Roma e Fiorentina, c’è senza dubbio la ricerca dell’interpretazione migliore possibile del gioco. E secondo questa teoria, il risultato dovrebbe venire di conseguenza. Non sempre, naturalmente, è così. Ma la filosofia è questa. Ed è quella giusta”.
Che idea ti sei fatto di questa Roma, almeno alla luce delle uscite più recenti, con un solo gol subìto nelle ultime tre?
“In effetti, gli appunti che potevano venir fatti, al di là delle distrazioni e della discontinuità mostrata in alcune partite, stavano proprio in questo, perché nei momenti favorevoli ha sempre espresso un grande calcio. Il fatto di aver migliorato la fase di non possesso mi sembra molto positivo. Le prove più difficili vengono ovviamente contro le squadre che dispongono di più risorse. Una di queste è proprio la Fiorentina, che pur non avendo attaccanti di primissimo piano, ha comunque tante mezze punte in grado di puntare la rete. Certo, Toni non è più quello di qualche anno fa, e Jovetic non sta giocando, ma è pur vero che, sui calci piazzati, la Fiorentina ha giocatori che possono far male. Basti dire che più della metà dei suoi gol li ha realizzati in questo modo”.
Ha un giocatore come Aquilani, che conosciamo bene.
“Tanto per rimanere in tema di ex, ha Pizarro, che è un orientatore e organizzatore di gioco come ce ne sono pochi… Una squadra che mi piace, quindi, con quegli incursori sulle corsie, e senza punte fisse davanti. Anche se tutto è relativo, perché dipende sempre da chi prende in mano l’iniziativa, o da chi starà meglio con i nervi. A volte un episodio può far girare la partita in un verso e stravolgerne la chiave tattica, diversamente da quello che era il disegno precostituito. Ma il bello del calcio sta proprio in questo”.
 E la Roma, come si presenta a questo appuntamento?
“Ho detto che tutte e due le squadre hanno ottime risorse. Il centrocampo della Roma ha oggi un Pjanic che sta volando e un Florenzi che continua a correre. Oltre a De Rossi, che verrà recuperato, mi piace ricordare anche Bradley, che sta dando un ottimo contributo, almeno più di Tachtsidis. Non dimenticando che, lì in mezzo, si muovono tutti intorno a Totti”.
Una Roma che, insomma, ti sta piacendo?
“E’ logico che, volenti o nolenti, si ragiona intorno al risultato, che fa sempre la differenza. In Italia è così, ma in definitiva lo è dappertutto. Perché se vinci sei forte, e se non vinci, puoi anche giocare meglio di tutti, ma resti dove sei. E’ come fare la corte a una donna, ma non quagliare mai…”
Torniamo a sabato sera. Te la senti di dare un pronostico?
“Premesso che le chiacchiere se le porta via il vento e tutto deve essere sempre confortato dal risultato sul campo, penso che se dovesse vincerla, la Fiorentina si staccherebbe e ne guadagnerebbe in tranquillità psicologica, avendo messo a sei punti una rivale diretta. Mentre la Roma, facendo suoi i tre punti, aggancerebbe la Fiorentina e questo equivarrebbe a sua volta a una bella iniezione di fiducia, perché la farebbe rientrare nel giro delle prime. Di sicuro, sarà una sfida in cui tutt’e due vorranno prevalere. Come due miss, che fanno a gara a chi è la più bella. Insomma, possono vincere entrambe. Quanto a me, sono in pace con Dio. Vinca chi lo meriterà di più. E’ l’unica partita, questa, in cui la divisione della posta non mi scontenta”.
Francesco Cianfarani
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