Roma-Lazio, Cassetti: “Spero che qualcuno abbia la stessa gioia che ho avuto io”

Uomo derby per una notte, ma ufficialmente nella storia

Marco Cassetti e quell'esultanza storica
Marco Cassetti e quell’esultanza storica

CASSETTI DERBY / ASROMALIVE.IT – Da eroe del derby a spettatore: stasera all’Olimpico ci sarà anche Marco Cassetti, lui che ora veste la maglia numero 27 del Watford (è in prestito dall’Udinese), e non più la 77 con cui aveva segnato il gol decisivo alla Lazio il 6 dicembre del 2009, al 77’. Casualità che fanno la storia. «I ricordi son sempre piacevoli, è stata una giornata indimenticabile per i tifosi, per la Roma e per me». Ecco le sue parole a Il Tempo.

Non sapeva come esultare, non se l’aspettava?

«Avrei voluto fare tante cose, ma era troppa l’emozione e alla fine non ho fatto nulla di quello che avrei potuto fare».

Parlando di attualità: chi arriva meglio al derby?

«Nessuna delle due ci arriva bene: sarà una gara molto tirata, perché entrambe sono alla ricerca del riscatto».

Punto debole della Lazio?

«Il loro punto forte è Klose».

Protagonista del derby?

«Mi auguro che sia De Rossi, ma potrebbe essere anche un Cassetti di turno».

Destro al minuto 22?

«Magari. E speriamo che sia anche più di uno».

Pronostico?

«Dico 3-0, con gol di Pjanic, Totti su rigore e Castan, che spero possa vivere la stessa emozione che ho vissuto io. Francesco ormai ci è abituato, anche se fa sempre piacere segnare alla Lazio».

Com’è la giornata pre-derby?

«La settimana, più che il giorno. La tensione sale sul pullman, quando ti avvicini allo stadio e vedi la gente sovraeccitata. Il giorno dopo dipende dal risultato: se vinci riesci a lavorare con serenità, se perdi invece è un disastro».

Il giorno dopo il suo derby?

«Non potevo muovermi. Sono andato a prendere mio figlio a scuola-calcio e ci ho trovato una troupe tv: di tutto!».

Le piace Andreazzoli?

«Ha dato una sua idea di gioco mettendo la difesa a tre. Conosco Aurelio, è persona preparata e attenta ai particolari».

Il Watford gioca con il 3-5-2 e lei fa l’esterno di centrocampo. Avrebbe preferito farlo qui?

«Sarei rimasto molto volentieri, ma la società sta cercando di creare una squadra giovane e io non porto rancore: ho vissuto sei anni splendidi».

Totti è l’eccezione: rinnovo a quanti anni?

«Dovrebbero farglielo firmare in bianco: dovrebbe decidere lui quando è il momento di lasciare. Sembra un 25enne».

Ha detto che è merito della preparazione di Zeman.

«Se è così la faccio anch’io (ride, ndr)».

Cosa non ha funzionato con il boemo?

«Se non riesci a trasformare in gol le tante occasioni che crei concedendone tante è possibile che gli avversari facciano più di te. E quando lavori duramente in settimana, ma non arrivano i risultati, la squadra ne risente anche dal punto di vista emotivo».

Pensa che lo seguissero tutti?

«Credo di sì, conosco i ragazzi che compongono lo spogliatoio e non ci sono teste calde».

A giugno sarà di nuovo svincolato, cosa farà?

«Penso di restare qui: l’Udinese ha un’opzione per il 2° anno e per come stiamo e sto andando non ci saranno problemi. Puntiamo alla promozione diretta, ma dobbiamo provare a vincerle tutte».

Quale può essere invece l’obiettivo della Roma?

«Vincere il derby e la Coppa Italia».

Consiglierebbe Zola alla Roma?

«Sì, è una persona splendida. Non lo conoscevo prima, è stata una bella sorpresa. Lavorare con lui è facile, ti dà ottimi consigli».

Come quello di praticare lo yoga?

«Mi ha obbligato, per mantenere il fisico a un livello alto e ha avuto ragione».

Ogni tanto torna a Roma?

«Certo, e ci vivrò quando finirò di giocare. Verrò a vedere il derby allo stadio».

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