LA VOIX DU NORD Garcia: “Ho scelto subito la Roma. Totti persona umile come tutti i più grandi. L’obiettivo? L’Europa”

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Intervista del quotidiano francese a Rudi Garcia, tecnico della Roma da questa stagione:

Rudi Garcia, ripensandoci si è finalizzato tutto così velocemente con la Roma…

“Si, è vero, alla fine della stagione ero in piena riflessione con i dirigenti del Lille. Tutto concordato purchè io finissi l’annata, sapendo che ci si chiedeva da tempo se fosse finito il mio ciclo. Avevo bisogno di andarmene da Lille e da Parigi per riflettere tranquillamente. Ero appena arrivato a Marrakech di domenica che il mio agente Boisseau mi ha chiamato dicendomi che la Roma mi voleva vedere. Lui era in Cina e gli ho detto che avrei atteso il suo ritorno, ma mi ha detto: ‘per la Roma o domani o mai più’. Ho preso un aereo alle 6 di mattina, ho incontrato Sabatini a Milano e fortunatamente è andato tutto per il meglio (sorride)”

Si è poi ritrovato faccia a faccia con Pallotta a New York.

“E’ stata una pazzia, avevo preso quattro giorni di riposo per riflettere, volevo poi tornare a Lille per parlare con il presidente. Ma da Milano sono partito per cercare i miei figli a Marrakech, poi sono tornato a Parigi per incontrare Seydoux. Insieme abbiamo deciso che se avessi trovato l’accordo con la Roma, mi avrebbe lasciato partire. Lo scopo era di lasciare in buoni rapporti”.

Ha trovato però un club deluso dopo la finale persa contro la Lazio.

“Quando sono arrivato non mi aspettavo tutto questo. Per la prima sessione d’allenamento eravamo pieni di contestatori, di striscioni di insulti. Era una minoranza dei tifosi che si lamentava, ma era tutta un’illsuione. Già quello mostrava l’amore per la squadra. Io avevo solo lo scopo di insegnare ai calciatori il mio progetto di gioco. Ma bisognava lavorare molto sull’aspetto psicologico”.

Dieci vittorie e tre pareggi. E’ incredibile come partenza?

“La nostra forza è stata quella di gestire e vincere i match uno dopo l’altro. Questo ci ha dato la voglia di continuare a giocare bene. Avremmo potuto vincere le ultime tre, credo. Siamo secondi a un punto dalla Juventus, che ha fatto come noi un percorso eccezionale. Il nostro obiettivo è l’Europa”.

Riesce a visitare Roma pur essendone l’allenatore?

E’ difficile girare liberamente per la città, c’è molto entusiasmo, la gente riconosce e venera i calciatori e lo staff. Roma è molto bella, quando sto con i miei figli provo a visitarla.

Le sue frasi choc: chi non supporta la squadra è laziale, o sono diventato romanista dopo il derby…

Non sono frasi preparate; la prima era un modo per spronare i tifosi e proteggere i giocatori dopo le prime contestazioni, volevamo lavorare al meglio psicologicamente. La seconda è stata applaudita da tre quarti della sala stampa. Non avevo mai vissuto il derby e vincerlo mi ha dato una grande emozione.

Com’è stato il primo incontro con Totti?

“All’inizio, quando il mio ingaggio è stato ufficiale, ho voluto scrivere a tutti i giocatori un messaggio. Gli ho scritto che sarei arrivato, che volevo vincere dei titoli a Roma. A Totti l’ho inviato per primo. Poi ci siamo visti al suo ritorno dalle vacanze; è una persona umile e semplice come lo sono i più grandi. Volevo sapere da lui se aveva ancora fame di vincere a 37 anni e mi ha rassicurato”.

Fonte: Lavoixdunord.fr

 

 

 

 

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