ATALANTA-ROMA L’analisi tattica: Squadra poco omogenea per un’ora, Pjanic riaccende la luce

De Rossi
De Rossi

Sorpresa assoluta nella formazione iniziale della Roma che ieri ha disputato la 14.a gara stagionale a Bergamo: Garcia punta sulla buona forma atletica di Bradley e Marquinho schierati rispettivamente al posto di Pjanic e Ljajic, tenuti in panchina il primo per problemi ancora non risolti alla caviglia, l’altro per scelta puramente tecnica. Senza i due slavi in campo, oltre a Totti neanche convocato, la squadra fatica a creare, per la mancanza di un regista sulla mediana e di un riferimento centrale in attacco. Il tridente, schierato con Florenzi e Marquinho ai lati di Gervinho, è inconsistente proprio per la contemporanea presenza di tre esterni offensivi, poco abili a dare profondità o spunti in zona centrale. Formazione poco omogenea che crea pochissimo e alla lunga rischia di concedere campo e credibilità ad un’Atalanta più equilibrata e convinta.

Nella ripresa, dopo il gol-beffa di Brivio su punizione, Garcia chiama in campo proprio Pjanic e Ljajic, facendo ritrovare ai suoi ritmo e frenesia, pur con una confusione struttrale evidente. Il bosniaco riaccende la luce a centrocampo, si carica i suoi sulle spalle e diventa di diritto il metronomo della squadra giallorossa, mandando persino Florenzi ad un passo dal pareggio. Discutibile la presenza in campo per tutto l’incontro o quasi di elementi come Bradley e Florenzi, non troppo utili nell’arrembaggio finale, mentre il giovane Ricci, all’esordio in A, ha avuto l’approccio giusto nei pochi minuti concessigli da Garcia: due assist di prima a Gervinho effettuati con rapidità, una delle qualità che è mancata nella manovra romanista ieri per più di un’ora. Inoltre Gervinho spostato sull’esterno mancino ha dato molto più filo da torcere alla difesa atalantina rispetto alla sua posizione centrale ibrida.

 

Keivan Karimi

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