ROMA-CAGLIARI Rischi, gol ed emozioni: a Roma è amarcord Zeman

Zdenek Zeman
Zdenek Zeman

Il ritorno di Zdenek Zeman nella capitale domenica col Cagliari è un happening che i tifosi giallorossi celebreranno con simpatia e rispetto. Il boemo vive da 20 anni a Roma: abita alla collina Fleming, a due passi dallo stadio Olimpico, ed è entrato nel pantheon della curva sud in maniera del tutto indipendente dai modesti risultati conseguiti. Sudore, ricerca dello spettacolo e 4-3-3 per segnare tanti gol infischiandosene di quelli presi sono i suoi concetti immutabili.

Lealtà, rispetto delle regole, religione del lavoro ne fanno il grande eretico del pallone italiano, a testa bassa contro l’abuso di farmaci, le scorciatoie, le furbate. Celebri le sue invettive contro la Juve di Moggi, le storture del sistema, il doping, le scommesse. Alcune denunce sono risultate velleitarie, altre pertinenti, ma lui è andato avanti a schiena dritta senza fare sconti nè chiedere niente. Ora a 67 anni, da padre nobile, continua a trarre il massimo nei club dal budget limitato, dopo avere fallito proprio con la Roma americana, e per colpe non del tutto sue, l’ultimo approccio con le prime piazze. A Roma prima sulla sponda laziale e poi su quella romanista ha passato cinque anni alla chiusura del secolo scorso seminando un lavoro proficuo che poi le mani più pragmatiche di Eriksson e Capello hanno portato allo scudetto. Ma è ai colori giallorossi che il boemo si è sentito più legato tanto da accettare la sfida del 2012 dopo la splendida cavalcata promozione col Pescara dei suoi affezionati gioielli Verratti, Insigne e Immobile, ultimi pupilli di un vivaio personale che comprende Schillaci, Signori, Totti,Di Biagio, Nedved, Candela, Tommasi, Vucinic.

L’epilogo ha frustrato le speranze di Zeman che ha ricominciato il suo eterno peregrinare a Cagliari: un punto col Sassuolo, una sconfitta interna con l’Atalanta dopo avere creato un’abbuffata di occasioni in una squadra plasmata da due mesi, nel più puro stile zemaniano. E domenica appuntamento all’Olimpico in un amarcord che non dispiace ai tifosi romanisti, un pò per affetto e un pò anche perchè, osservando le statistiche, uno Zeman sulla panchina avversaria raramente ha procurato amarezze. Il boemo ha affrontato la Roma da timoniere del Foggia dei miracoli sei volte nel ciclo 1991-1994 non riuscendo mai a vincere: ma su tre partite all’Olimpico ne ha persa solo una (3-1 nel 1992 con doppietta di Giannini e gol di Caniggia) contro Boskov, mentre ha ottenuto due pari contro Carlos Bianchi e Mazzone. Le uniche due vittorie contro la Roma Zeman le ha ottenute guidando la Lazio : 2-0 nel 1995 con Casiraghi e rigore di Signori con i giallorossi in dieci per la gomitata di Giannini a Rambaudi; 1-0 nel 1996 con rigore finale di Signori su un grave errore di Lanna. Nella sua esperienza successiva, a Napoli nel 2000, è stato esonerato prima di poter affrontare la Roma. Non ha vinto, ma non ha neanche perso nelle ultime due partite contro i giallorossi nella stagione 2004-2005 alla guida del Lecce: 2-2 all’Olimpico con Totti che si è fatto parare da Sicignano un rigore a cucchiaio e 1-1 in casa contro una formazione confusa e in crisi perenne, allenata prima da Voeller e poi da Delneri. Quelle che i tifosi ricordano come un incubo sono invece le partite all’Olimpico di Zeman romanista contro la Lazio: sette in tutto con una sola vittoria, un pari e cinque sconfitte tra cui le quattro nella stagione 1997-1998 (due in campionato e due in Coppa Italia), peggiore striscia della secolare sfida stracittadina. Ma questo aspetto non farà capolino nella rimpatriata di domenica: da Zeman si aspettano emozioni e gol e la Roma di Garcia, dopo la goleada in Champions, non si tirerà indietro per onorare lo spettacolo.

Fonte: Ansa

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