Di Canio su di giri, attacco a Lukaku in diretta: l’ha detto di nuovo

Nell’analizzare il percorso di Romelu Lukaku, Paolo Di Canio ha fornito una chiave di lettura sulle ultime prestazioni dell’attaccante della Roma.

Tra le note più negative della volenterosa prova offerta dalla Roma al cospetto dell’Inter c’è sicuramente Romelu Lukaku. L’attaccante belga ha faticato a ritagliarsi spazio nella difesa nerazzurra, sciupando quelle occasioni alle quali i giallorossi si erano aggrappati con le unghie e con i denti per ritornare in partita.

Di Canio su di giri, attacco a Lukaku in diretta: l'ha detto di nuovo
Lukaku (LaPresse) – Asromalive.it

Apparso statico e mai incisivo, il numero 90 della Roma ha confermato la poca incisività contro le big. Se si esclude il gol nel finale di gara contro il Napoli, infatti, Lukaku non è quasi mai riuscito a far male ai top club del nostro campionato. Ciò che sorprende, però, è la poca cattiveria profusa nelle circostanze topiche dell’incontro. Nonostante il buon lavoro con la squadra, da un attaccante del suo livello è lecito aspettarsi molto di più. Intervenuto nel corso della diretta di Sky Calcio Club, Paolo Di Canio – che in passato aveva già criticato le prestazioni di Romelu Lukaku – è ritornato sull’argomento.

Lukaku non incide, Di Canio: “Ha perso delle sicurezze”

Di seguito le parole di Di Canio sull’argomento: “Capisco che non si guardano le prestazioni. Fa gol su rigore, ma perde tutti i palloni. Anche nell’anno d’oro sotto la gestione Conte, in alcune partite segna su rigore e non la prende mai. Ci sono almeno 10-12 partite inguardabili, poi ci sono i gol contro il Crotone sul 2-0. Nonostante l’Inter uscisse in Europa a causa delle sue non prestazioni, sembrava che fosse tra i primi cinque al mondo”.

Di Canio su di giri, attacco a Lukaku in diretta: l'ha detto di nuovo
Lukaku (LaPresse) – Asromalive.it

Di Canio ha poi continuato: “Vi siete basati su quell’annata per esprimere un giudizio. Ma così come succede con tanti altri giocatori, si esalta ogni cosa: Lukaku era così anche in Inghilterra. Dopo aver vinto il campionato qui, torna al Chelsea e va male tutto. A partire da quel momento comincia un problema nella sua testa. Torna all’Inter ma non è un titolare fisso: fa il comprimario e poi va alla Roma, dove ha perso delle sicurezze anche per il gioco che esprimeva la squadra“.

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