Serie A, Petrucci ad Abete: ”Situazione insopportabile. L’ingovernabilita’ deve finire”

Il Presidente del Coni ha denunciato la pessima situazione dello sport in Italia e ha chiesto l’intervento del numero uno della Figc

Il Presidente del Coni Giovanni Petrucci

SERIE A PETRUCCI ABETE SITUAZIONE INSOPPORTABILE INGOVERNABILITA’ DEVE FINIRE / WEB – Giovanni Petrucci e’ ancora amareggiato per il no di Mario Monti alle Olimpiadi del 2020. Di sicuro esse avrebbero rappresentato una sorta di riscatto per lo sport dopo lo scandalo del calcioscommesse. ”Giriamo pagina e guardiamo ai problemi di casa nostra” ha detto il numero uno del Coni. Petrucci, pero’, intervistato da un noto quotidiano nazionale, ha voluto anche evidenziare lo stato di caos in cui si trova il calcio: ”La situazione della Serie A e’ diventata insopportabile – ha affermato – . Il rispetto dell’autonomia e’ una cosa, ma quando l’immagine che ne deriva crea nocumento all’intero sport italiano, ilConi non puo’ tollerarlo e restare con le mani in mano. Abete governa un mondo fatto di 15mila societa’, di quattro Leghe, tre delle quali si comportano rispettando le regole. Quella di A fa il contrario e la situazione non puo’ più andare avanti in questo modo. Glielo ho detto, questa ingovernabilita’ deve finire. Non e’ possibile che, a fronte di un codice etico del Coni la Lega non abbia mai sentito la necessita’, il dovere di aprire un dibattito su un tema scottante come quello delle scommesse, il cui esito finale non sara’ certo edificante“.

Proprio sul calcioscommesse, Petrucci  ha aggiunto: ” Non posso anticipare inchieste e sentenze, ma so che si sta parlando di responsabilita’ oggettiva, cercando di metterla in discussione: beh, si sappia che nessuno deve anche solo pensare di poterla togliere. La responsabilita’ oggettiva e’ il caposaldo dell’ordinamento sportivo. Su questo il mio parere non potra’ mai cambiare“.

Infine, un appello diretto ad Abete: ”Mi fido e saro’ al suo fianco per gli interventi che mi auguro faccia al piu’ presto nei confronti di tutto cio’ che ho denunciato.

 

Marco Pennacchia

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