FIORENTINA MONTELLA SULLA ROMA / ASROMALIVE.IT – Nell’edizione odierna, ‘Pubblico‘ propone un’intervista esclusiva all’allenatore della Fiorentina. Napoletano atipico, questo Vincenzo Montella. Pacato, riflessivo, freddo fino a sembrare distaccato. Ecco alcuni estratti dell’intervista:
“A Catania mi sono trovato benissimo, le condizioni migliori per lavorare. Merito del presidente Pulvirenti e del direttore Lo Monaco, ma anche di collaboratori più defilati. Naturalmente avevo un gruppo di giocatori molto disponibili, formidabili. Andarsene è stata una scelta emotivamente fastidiosa. Però professionalmente era l’unica che potessi fare. Mi sono comportato così anche quando ero calciatore, cercando di scindere i due aspetti”.
“Della Roma ho parlato tante volte. Ho sempre saputo che, per me, la cosa migliore sarebbe stata andarmene da Roma per intraprendere la carriera di allenatore. Allo stesso modo pensavo che tornarci, dopo Catania, sarebbe stata la scelta peggiore che avrei potuto fare. Però, se devo dirglielo sinceramente, in entrambi i casi l’avrei allenata molto volentieri. Emotivamente parlando”.
“Il calcio in Italia è un calcio in cui poche squadre si sforzano di prevalere con le proprie caratteristiche. Paga molto di più adattarsi all’avversario. Cercando soluzioni difensive che siano diretta conseguenza di come si pone l’altra squadra. Talvolta è più conveniente che giocare un calcio propositivo. E’ la cultura del risultato ad ogni costo. La cultura della sopravvivenza. Dipende molto dalla società in cui si lavora. Qui alla Fiorentina sono avvantaggiato perché quello che mi è stato chiesto dai miei dirigenti, fin dal primo giorno, è di far divertire. Nessuno voleva il risultato ad ogni costo“.
“La mia filosofia è quella di non credere nel modulo, ma negli interpreti. Il sistema di gioco vive delle caratteristiche dei giocatori. Se in squadra hai uno come Cuadrado non si può difendere a 5″.
Alla fine Montella si descrive: “Sono duttile perché non credo nel sistema di gioco, ma negli uomini. I giocatori che reputo migliori vanno messi nelle condizioni tattiche migliori. E’ da lì che si costruisce il modulo”.
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