Lazio, Lotito: “Che io fossi della Roma è una menzogna nata per screditarmi”

Parte dell’intervista al patron biancoceleste nella quale parla del derby

Claudio Lotito

LAZIO LOTITO / ASROMALIVE.IT – Questa settimana Claudio Lotito ha contribuito ad infiammare il clima pre-derby con alcune dichiarazioni forse discutibili.

Ha parlato a “Pubblico” e noi vi proponiamo un estratto dell’intervista:

Confessi, cos’è per lei la stracittadina?
Il derby è un campionato nel campionato, soprattutto in una città come questa dove la rivalità è molto sentita: di simile, forse, c’è solo il palio di Siena, per coinvolgimento emotivo di un’intera città. C’è attesa e preoccupazione, ma non tanto per l’esito sportivo quanto per eventuali intemperanze della tifoseria. In passato sono avvenuti episodi deprecabili che spero non si verifichino più: voglio sentimenti e passione in campo, uno spettacolo di sport, pieno di valori positivi. Poi, certo, voglio vincerlo: voglio dare una grande gioia ai nostri tifosi: anche se siamo nella Roma dei panem et circenses, i momenti ludici sono sempre meno seguiti“.

Superstizioni particolari per il derby?
Sono cattolico praticante, non mi vergogno di dire che vado a messa tutte le settimane, non credo in riti pagani, ma solo nella preghiera. Credo, piuttosto, nel lato escatologico della religione, nella Divina Provvidenza. Il derby dello stadio lo vince lei di sicuro. Non mi interessa arrivare primo, ma costruire una struttura che riassuma tutta la nostra lazialità, rappresentata da quei colori che sono quelli olimpici, da quel senso di appartenenza che non duri solo due ore, ma tutta la settimana, in un luogo da frequentare sempre. Così tutti avranno un’empatia maggiore con il club, con la sua storia, con tutta la lazialità e anche guardare una partita sarà molto più sicuro“.

È vero che lei prima del 2004 era romanista?
Questa è una menzogna. Nata per screditarmi agli occhi della tifoseria, per sottolineare un mio scarso attaccamento alla maglia, legato alla Lazio. Un attacco proditorio per sminuirmi. Sono tifoso della Lazio e sono orgoglioso di essere a capo della mia squadra del cuore, la prima e unica per cui abbia mai tifato. Mio suocero è stato comproprietario della Roma, mio cognato amministratore delegato dei giallorossi (la signora Lotito, da nubile faceva di cognome Mezzaroma). E a volte sono andato a vedere la Roma con loro, proprio come il padre di mia moglie, per amore del nipote, ora fa con la Lazio. E quasi si sta convertendo al biancazzurro, peraltro“.

Ci sarebbe un complotto contro la Lazio?
Non credo nella dietrologia, ma non posso non notare una strana coincidenza di tempi di certi fenomeni. Non mi interessa analizzare le ipotesi, ma riflettere su ciò che so. E conosco me stesso, quindi non ho problemi. Mi preoccupa però che questo mondo viva di sentito dire e non di fatti: è un sistema sbagliato che mina da sè le sue fondamenta, perché spesso le persone che ne fanno parte non hanno il retroterra culturale e imprenditoriale necessario a un mondo così complesso. Quando succedono certe cose, ammetto di non riconoscermi nel calcio“.

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