ROMA CAGLIARI DI MARZIO / ASROMALIVE.IT – Si potesse dare la colpa a questo o a quello sarebbe tutto più facile: se il problema fosse SOLO Zeman, SOLO la dirigenza, SOLO qualche giocatore, la situazione non sarebbe calcisticamente tragica come invece è. Perchè la questione è che sembra non funzionare nulla, o, anche, sembra che ognuno degli elementi che costituiscono la “squadra Roma” (intesa in senso ampio, cioè comprendente non solo i giocatori, ma anche allenatore e dirigenti) brancoli nella confusione più totale e non c’è un’unica parte “malata” -o cancerogena, direbbe Sabatini- che una volta amputata garantirebbe il risolversi dei problemi.
Prova a diradare la nebbia delle responsabilità l’ex allenatore Gianni Di Marzio ai microfoni di Sky:
“Zeman purtroppo è rimasto legato, quasi prigioniero, alle sue idee. Quando allenai il Cosenza andai a giocare a Foggia contro la squadra di Zeman. Era il Foggia di Baiano, Rambaudi e persi 5-0, nell’unica partita della mia carriera in cui subii più di due gol. A quel tempo non c’era però l’opportunità di vedere le squadre avversarie come giocassero. Al ritorno, studiai il gioco del tecnico boemo e dopo 20-25 minuti stavo vincendo io 5-0, con Zeman che si alzò e andò via. Lui è rimasto sempre lo stesso ma non in questo caso non dipende solo da lui ma anche dai giocatori“.
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