ROMA PARMA FERRARI / ASROMALIVE.IT – Dal lontano Canada, dove gioca con la casacca del Montreal Impact, Matteo Ferrari dice la sua sulla partita di domenica prossima che all’Olimpico vedrà fronteggiarsi la Roma, la squadra nella quale ha giocato ai tempi di Spalletti, e il Parma il club con il quale è calcisticamente esploso.
Ai microfoni di Romanews.eu e Sportnews.eu, queste le sue parole:
Domenica, rinvii permettendo, c’è Roma-Parma. Come arrivano le due squadre a questo appuntamento?
Come vedi la Roma dopo il passaggio da Zeman ad Andreazzoli?
“Zeman non lo conosco personalmente, ma mi affascinava la sua idea di calcio. Andreazzoli lo conosco bene perché è stato il vice di Spalletti ai tempi della Roma, posso dire che è un grande professionista che fa del lavoro il suo credo. Da qui a dire che l’allenatore possa fare la differenza nella partita con il Parma, è riduttivo”.
Un aneddoto, un episodio speciale, che ti ricordi quando vestivi la maglia del Parma e poi quella della Roma?
Sull’esperienza che stai facendo adesso in Canada, quali sono le differenze con il calcio italiano?
“Il calcio americano tatticamente non è al livello dei campionati europei, però a livello fisico compensano tanto. E’ una Lega dove si corre tanto, dove bisogna essere preparati fisicamente sennò fai fatica, vedo tanti giocatori che vengono dall’Europa che sulla carta pensano di arrivare e giocare facile e invece poi fanno una grande fatica e finiscono poi per non giocare nemmeno. Ad esempio Frings, il giocatore tedesco della Nazionale, che è venuto qua a Toronto per due-tre anni, ha fatto molta fatica e addirittura ha smesso di giocare. Dove loro peccano tatticamente compensano al livello fisico, parliamo di veri e propri ‘animali’, quando ti trovi davanti gente che fa cento scatti a partita e l’ultimo te lo fa come se fosse il primo, tu puoi anche essere più esperto e preparato meglio tatticamente, ma se non hai almeno l’80% dei suoi scatti sulle gambe non ce la fai. Questa è la grande differenza che c’è in questo momento, poi è chiaro che per quanto riguarda il livello estetico ti posso dire che è molto affascinante perchè gli stadi sono sempre pieni, sono stadi nuovi e di proprietà. Noi abbiamo fatto le prime due partite di campionato, che è appena iniziato, e abbiamo vinto tutte e due le trasferte, sia a Seattle, davanti a 40.000 spettatori, che a Portland, davanti a 25.000. Tutti e due campi sintetici di ultima generazione, non come quello di San Siro, quando dico ultima generazione intendo campo ‘vero’. C’è un entusiasmo che difficilmente si vede in giro, questo è quello che appassiona molto”.
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