PALLOTTA TOP TEAM / ASROMALIVE.IT – James Pallotta è arrivato oggi nella capitale, dove resterà fino a martedì. Il Presidente giallorosso questa mattina ha rilasciato una lunga intervista all’emittente radiofonica Tele Radio Stereo. Ecco le sue parole, trascritte fedelmente (parola per parola), ascoltando l’audio dell’intervista:
Siamo qui per rivolgerle le domande dei tifosi. Può spiegare ai tifosi la sua idea di gestione societaria soprattutto a distanza, da Boston?
“Sembra che è da Boston ma in realtà non è così, noi parliamo quotidianamente con Italo Zanzi, con Christoph Winterling e tutti gli altri che sono a Roma, Catia Augelli, e tutto il management che abbiamo lì sul territorio. E’ un management che rappresenta perfettamente quello che stiamo cercando di fare qui da Boston, quindi l’impressione che si ha è che le cose vanno avanti soltanto quando vengo a Roma per qualche giorno è completamente sbagliata. Noi parliamo continuamente, soprattutto con Italo, parliamo continuamente con lui e con tutti gli altri che lavorano con noi per la Roma, sia da Boston che dalle altre città degli Stati Uniti dove abbiamo management”.
Al Milan c’è Galliani, Juve, Napoli, Lazio e Fiorentina hanno un presidente. Alla Roma chi è che comanda?
“Il presidente della Roma sono io, nel bene e nel male; non mi piace definirmi boss ma sono io il boss”.
La ricerca di investitori disposti a entrare nella Roma è un segno che ha obiettivo di espandersi su altri mercati o è una necessità per far quadrare i bilanci?
Per essere competitivi nel nostro Campionato e in Europa dobbiamo per forza attendere l’affiancamento di nuovi soci o bastano le vostre risorse?
“Se guardate quello che abbiamo investito in termini di calciatori sul calciomercato, credo che Walter e Franco abbiano fatto un grande lavoro in poco più di un anno nella costruzione di una squadra, abbiamo chiaramente la capacità di giocare contro i top team come abbiamo dimostrato più volte sul campo. Per quanto riguarda il capitale ci vuole più flessibilità in alcune cose e servono più risorse strategiche per fare della Roma un brand globale e una grande squadra sul campo; non è che adesso non abbiamo i capitali, non ci sono stati grossi problemi abbiamo messo tutti i soldi che dovevamo mettere, il capitale è lì, abbiamo un impegno che dobbiamo mantenere e supportare e che vogliamo fare. Ripeto, tutto quello che leggete non è la vera storia”.
Lo sceicco è stato un grande argomento a Roma, qual è la vera storia?
“Non voglio entrare troppo nei dettagli. Molte fonti ci avevano detto che la situazione era reale, abbiamo fatto tutti i controlli che potevamo fare. E’ stato firmato un contratto preliminare, se poi lui non lo ha rispettato è andata così e basta. Abbiamo sprecato un po’ di tempo forse, un po’ di risorse, ma non ci è costato soldi. Il giorno in cui la cosa non è andata a buon fine io già guardavo avanti, ovviamente poi abbiamo continuato a gestire il team, a gestire il business e infatti nel frattempo abbiamo fatto degli annunci importanti come l’accordo globale con la Nike”.
Si sente di garantire al 100% la costruzione dello stadio a Tor Di Valle? Avete intenzione di mantenere il vostro impegno anche di fronte alle difficoltà di costruire il nuovo stadio?
Nel caso la Roma non dovesse centrare l’obiettivo delle coppe europee la Roma dovrebbe ridimensionare l’organico e ridurre gli investimenti? Ha già stanziato una cifra che Sabatini potrà investire sul mercato?
La parola progetto a Roma è stato usato moltissimo. Quali sono gli obiettivi a breve termine? Non crede si parli troppo del futuro e poco del presente?
“Mi chiedete quando saremo competitivi ma poi mi accusate di pensare troppo al medio e al lungo termine, queste cose sono connesse. Credo che il primo obiettivo sia essere competitivi e giocare in Champions League e non siamo molto lontani da questo. Abbiamo bisogno di maggiore continuità più di ogni altra cosa. Pr quanto riguarda il primo posto, sarebbe folle per me stare qui seduto e dire che in uno-due anni saremo come la Juventus, il giusto modo di affrontare la cosa è dire arriveremo primi un anno, ma dovremo essere capaci di arrivare secondi o terzi con continuità, su breve e su lungo periodo, perchè essere i numeri uno per un anno e poi l’anno dopo arrivare sesti o quarti non è un modello sostenibile. Stiamo cercando di mettere insieme le cose, i sistemi, i processi e il management, per fare della Roma con continuità un top team del prossimo futuro. Questo è l’unico modo giusto per affrontare la cosa”.
Quando pensa che potremo essere competitivi per il primo posto in Campionato?
Si sente di dire qualcosa col cuore ai tifosi della Roma? Credo si sia arrabbiato anche lei nel vedere la Roma vincere con la Juve e col Milan e poi perdere col Palermo… Ha capito anche lei cosa si prova a essere tifosi della Roma?
“Non credo che quello che succede nella Roma, quando vinciamo certe partite molto importanti e ne perdiamo altre che non dovremmo perdere, sia molto diverso da quello che attraverso io da 50 anni, sia come tifoso che come in parte proprietario del Boston Celtics. Ci sono delle partite in cui ti dici come hai fatto a perdere con quella squadra, le cose succedono a volte, vuoi arrivare a quel punto quando dici queste cose non succederanno più. Io credo che quest’anno abbiamo visto dei picchi incredibili, degli alti incredibili della nostra squadra e poi abbiamo visto che dei bassi che ci hanno portato a dire ‘io non capisco come abbiamo fatto’. Sono proprio quei bassi che dobbiamo eliminare, personalmente mi arrabbio tantissimo, ci rimango molto male, sono sono molto frustrato quando vedo certe partite, quando perdiamo certe partite. Mi arrabbio tantissimo come nessun altro. Dobbiamo soltanto eliminare quelle che io chiamo ‘special situations’.”
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