AS ROMA DICHIARAZIONI / ASROMALIVE.IT – Una questione che solleva sempre più polemiche, è la decisione dell’Osservatorio di sospendere più volte l’Away Card. Lorenzo Contucci, vicepresidente dell’associazione MyRoma, ha commentato questo fatto al palinsesto Calciomercato.com:
Abbattiamo questo muro di ipocrisia, è quanto si legge sul vostro portale in merito ai fatti accaduti dopo Roma-Verona. Qual è esattamente la vostra posizione in merito?
A tal proposito, ai possessori dell’Away Card è stata vietata la possibilità di andare a Livorno ed è di ieri la notizia che la sospensione è confermata anche per la prossima trasferta di Parma. Come intendete tutelarli?
“La misura è colma. Li tuteleremo in tutte le possibili sedi giudiziarie e, come detto, auspico che la A.S. Roma faccia lo stesso per tutelare i suoi clienti. Siamo nell’Italia del 2013, non nel Cile o nella Cina degli anni ‘70. Se qualcuno delinque lo si punisca ma non si penalizzino coloro che non c’entrano nulla“.
Sono uscite le date delle partite della Roma fino a Natale. Come l’anno scorso, molti incontri programmati all’Olimpico sono in notturna. Questo elevato numero di partite penalizza la stessa società che ha istituito un settore dedicato alle famiglie, le quali evidentemente avranno più difficoltà ad andare allo stadio.Quali saranno le vostre iniziative in tal senso? La proprietà della Roma ha margini per intervenire?
La partita più importante per i tifosi della Roma, ovvero il derby con la Lazio, è stata programmata invece per le ore 15. Il biglietto del settore più popolare in vendita costerà 45 euro, mentre diminuiranno sensibilmente i prezzi delle tribune, posti pensati per persone con un reddito medio alto. Quali riflessioni le induce questa scelta della società?
“In Inghilterra le fasce popolari, una volta proprietarie morali del football – gioco che nasce in mezzo alla strada – non possono più andare per gli eccessivi costi e gli stadi sono riservati al pubblico danaroso che va dalla middle class in su. Gli americani vogliono questo, perché alzando i costi dei settori più popolari e diminuendo quello delle tribune intendono impostare un discorso simile a quello britannico, dove tutti i settori sono costosi e dove il cliente – rigorosamente seduto – guarda uno schermo sperando di esserne inquadrato ingozzandosi di Coca Cola e pop corn. Cosa che si auspica di fare con i nuovi stadi. Il calcio c’entra poco“.
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