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AS ROMA Florenzi: “Con la Roma ho realizzato un sogno”

Alessandro Florenzi

Alessandro Florenzi, protagonista dello splendido inizio di stagione romanista, ha parlato del momento dei giallorossi con uno sguardo al suo passato. Questo le sue dichiarazioni:

Cresciuto nella Roma. Un campione fatto in casa…

“Sì, avevo 11 anni quando sono entrato. Ho fatto tutta la trafila, prima di andare a Crotone a farmi le ossa”.

Eri il classico che tifava anche per la Roma?

“Sì, è il sogno di tutti”.

Ti ha voluto Zeman dopo il Crotone?

“No, sono tornato dall’anno a Crotone e sono andato in ritiro e il mister ha deciso di tenermi in prima squadra. Devo solo ringraziarlo”.

Ormai sei anche in Nazionale. Che ti manca? La Champions?

“Ehh…tante cose (ride, ndr)”.

Quanto fai sui 100 metri?

“Non li ho mai cronometrati”.

Ma con Gervinho te la batti?

“No, lui è sicuramente più veloce”.

Li canti gli inni? Come te la cavi?

“Malissimo. Non la canto perché sono concentrato sulla partita”.

Quando giochi con la Nazionale a un certo punto c’è l’inno…

“Ma lì cantano tutti insieme e la voce si camuffa…”.

Garcia com’è rispetto a Zeman? Più o meno allenamento?

“Meno, la durata è inferiore”

Non è vero che bisogna ammazzarsi di fatica…

“I risultati passano sempre dal lavoro sul campo”.

Che musica ascolti?

“Italiana perché quella straniera è difficile che la capisco. Ligabue e Negramaro sono i miei preferiti”.

Che musica ascolti?

“Italiana perché quella straniera è difficile che la capisco. Ligabue e Negramaro sono i miei preferiti”.

Ti chiamano Capitan Futuro Futuro. Che impressione ti fa essere già diventato un simbolo?

“E’ un grande motivo d’orgoglio. Posso solo prendere esempio da loro”.

Ma se De Rossi fa come Totti diventi capitano a 65 anni…

“Eh sì…”.

Dopo Crotone ti avevano preso col minimo sindacale. Adesso ti pagano?

“Sì, sì…(ridee, ndr).

La scuola?

“Ho finito il 4° e mi manca un anno solo”.

Ci tieni?

“Sì, c’è il luogo comune sui calciatori che siamo tutti un po’ ignoranti…”.

Domani siete a Udine. Un solo gol subito, cosa è successo dal 26 maggio?

“Secondo me inizia tutto dalle vittorie. Vai con un altro spirito al campo e certe cose vengono da sole. Abbiamo intrapreso un cammino davvero importante perché tanti tifosi della Roma ci sono rimasti male come noi e forse più di noi”.

Anche il pensiero del Brasile di sfiora?

“Il pensiero c’è. Sono in quei 28-30 che il mister considera ma so che ne potrà portare solo 23. Posso solo fare il meglio, poi la decisione spetterà a lui”.

Fonte: radio 2

edwin iacobacci

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