L’ex giallorosso Ruggiero Rizzitelli ha stilato un bilancio del 2013 della Roma, concluso con la vittoria per 4-0 contro il Catania:
Come giudica l’inizio di stagione della Roma?
“Non positivo, di più. Credo che avremmo messo tutti la firma per vedere la squadra dov’è adesso. E non solo per come era iniziato l’anno e si era poi conclusa la stagione scorsa, ma anche per come era nata quella in corso. Ricordo ancora le critiche e le polemiche di quest’estate, ai tempi della preparazione, intorno a un gruppo che, agli occhi di molti, aveva perso gli elementi migliori, da Lamela a Marquinhos, fino allo stesso Osvaldo, che pure era stato oggetto di contestazione da parte di tanti tifosi nel ritiro di Riscone e soprattutto aveva ingaggiato un allenatore che nessuno, almeno a livello di grande pubblico e fatti salvi gli addetti ai lavori, conosceva. E che, oltretutto, si era presentato con alcune battute poco felici su una parte dei tifosi, che avevano fatto subito pensare ad un’altra stagione già persa in partenza“.
E invece…
“Invece, meglio di così non si può. La squadra sta facendo un grandissimo campionato, anche a fronte di una Juve che marcia a ritmi incredibili, e con diversi punti in più rispetto alle ultime due stagioni. In un qualsiasi altro anno, la Roma sarebbe ora sola al comando. Una Roma ancora imbattuta e con la migliore difesa in Europa (tra i campionati più importanti, ndr). E forse, con un solo difetto: ovvero che, senza Totti, ma anche Gervinho, denuncia qualche problema in fase realizzativa. Non a caso, è tornato il capitano e la Roma ne ha fatti di nuovo quattro…”.
Ha nominato Gervinho. Quanto è importante per l’economia di gioco di questa squadra?
“Importantissimo. E dire che anche lui era arrivato tra tanto scetticismo. E invece, nonostante sotto porta abbia qualche lacuna, è un giocatore devastante: nel saltare l’uomo, nel fare l’assist, nello spaccare le difese. Un uomo fondamentale, per l’allenatore e per la squadra. Garcia lo aveva avuto a Lille, dove gli aveva fatto vincere un campionato, e conoscendone i mezzi ha fatto bene a volerlo a Roma. L’annata storta ci può stare ma, come dice il tecnico, «se uno sa di calcio, non può disimpararlo». Gervinho è uno che macina chilometri ed è normale che, per questo, arrivi talvolta poco lucido davanti alla porta. Ma ha delle accelerazioni fulminanti e quasi sempre decisivo. Non farà gol, ma fa assist e sa procurarsi i rigori, che vogliono dire espulsioni per gli avversari. Tutte cose che alla fine pesano, eccome…”.
Oltre a lui, chi l’ha impressionata di più, tra vecchi e nuovi?
La sfida del 5 gennaio, senza essere ancora decisiva, può rappresentare una tappa cruciale.
“È uno di quei passaggi che può far diventare grande o piccola una squadra. A mio parere, può incidere solo nel caso di sconfitta. Anche se c’è modo e modo di perdere. E se lo fai al termine di una bella prestazione, puoi ancora mantenere fiducia e autostima. Un pareggio, per di più in casa loro, servirebbe invece a far capire che ci sei e che fino alla fine non mollerai, pronto ad approfittare di eventuali passi falsi. Se poi dovessi addirittura vincere a Torino, credo che la lotta sarebbe davvero fino all’ultimo istante del campionato. E con venti giornate tutte da giocare…”,
Fonte:Il Romanista
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