Il tecnico della Juventus Antonio Conte risponde alle domande dei giornalisti in conferenza stampa alla vigilia del match con la Roma. Queste le sue parole riportata da tuttojuve.com:
Andiamo subito diretti. I simboli della Roma, De Rossi e Totti, hanno detto che anche questa Juventus ogni tanto riceve qualche aiutino. Vorrei un tuo commento.
Ma sai, già potrei obiettare sull’anche… (ride, ndr). Guarda, la prendo sul ridere perchè è giusto che quando ci sono chiacchiere da bar, da tifosi, bisogna prenderla sul ridere e prenderla in maniera molto serena. Io dico che non ci sono dele risposte da dare a chi fa queste affermazioni. Anzi, io insegno ai calciatori, a chi lavora con me, a chi mi frequente, che le risposte vanno date sempre sul campo, perchè il campo rende giustizia sempre a tutto e a tutti. E dico che in due anni e mezzo il campo ha reso giustizia alla squadra più forte, in maniera anche molto netta e clamorosa alcune volte.
Questa risposta è identica a quella che ha dato poco fa Garcia. Ha detto: “Io non parlo di queste cose, c’è un grande arbitro e quindi vincerà la squadra migliore”. Ha detto che la Roma giocherà per vincere. Lei si aspetta una Roma così o più attenta?
La Roma per molti è una sorpresa, ma tu l’avevi indicata tra le protagoniste a inizio stagione. Cosa ti aveva fatto pensare questo? Poi se ci puoi dire delle condizioni di Pirlo e Tevez, se sono alla pari con i compagni.
Se uno fa una riflessione attenta, si rende conto che il percorso della Juventus e della Roma è molto simile: la Juventus ha iniziato tre anni fa con me, e la Roma con Luis Enrique. In tre anni noi abbiamo vinto due Scudetti, due Supercoppe e adesso siamo in testa alla classifica, quindi penso che abbiamo bruciato veramente le tappe. La Roma ha avuto più sfortuna, forse meno bravura nel mercato, nella scelta degli uomini per questa ristrutturazione, ma non dimentichiamo che la Roma in questi ultimi tre anni è forse la squadra che ha fatto maggiori investimenti, ha cambiato se non sbaglio, il primo anno undici giocatori con Luisi Enrique, il secondo anno nove e il terzo anno ancora dieci-undici, a testimonianza che c’è un progetto serio, che non è facile. Perchè qui alla Juventus oggi parliamo di una squadra che viene da due Scudetti e si dimentica da dove si arriva. Oggi tutto viene semplificato alla Juventus, sembra che la Juventus sia da tanti anni sulla cresta dell’onda: ma non è così, sono solo due anni che siamo tornati a vincere, non sbagliando praticamente niente. E questo spesso e volentieri passa inosservato, ma non è così, proprio in virtù, in relazione, a quello che è successo alla Roma. La Roma ha fatto un percorso molto simile al nostro, però è da quest’anno che sta provando a vincere il campionato, nonostante gli investimenti, la ricerca di uomini nuovi, strade intraprese per cercare di fare bene. Ha una proprietà importante come quella americana con Unicredit dietro. Questo a testimonianza che quello che stiamo facendo oggi risulta facile, ma io penso che abbiamo fatto veramente un lavoro straordinario, che spesso viene… non sottovalutato, ma sembra che tutto sia dovuto quando si vince.
Tevez e Pirlo?
Cosa l’ha stupita di Garcia e cosa gli è piaciuto finora? E sulla Roma, se può indicare un punto di forza e un punto di debolezza.
Garcia ha portato qualcosa di nuovo in Italia o riaggiornato il vecchio calcio italiano? Quale impatto può avere questa gara sul campionato, considerando che vincendo andreste a + 8 e 8 sono tanti.
Qui, secondo me, dobbiamo fare un distinguo, perchè il calcio italiano non è vecchio, il calcio italiano è un tipo di calcio dove secondo me ci sono tra gli allenatori più bravi in assoluto da un punto di vista tecnico-tattico. Quindi non è che il calcio italiano è vecchio, è che il calcio italiano per via della crisi economica si sta privando dei campioni. Chiariamo bene questo fatto: non è che c’è o c’era bisogno di portare delle novità. Le nuove leve, gli allenatori è tutta gente che ha delle grandissime idee di calcio, le stiamo sviluppando, quindi da questo punto di vista è bene distinguere la crisi economica dalla crisi tecnico-tattica, perchè sono cose totalmente differenti. Ribadisco, penso che in Italia ci siano tecnici molto preparati da questo punto di vista e che si stia studiando per cercare di migliorare sempre di più. Quanto vale questa partita? Questa è una partita, come ho sempre detto, che vale tre punti. Vale tre punti la partita contro la Roma, così come valeva tre punti la partita contro il Napoli, così come valeva tre punti contro il Milan, come valeva tre punti la partita con il Sassuolo. Dico sempre che se vinciamo con la Roma dobbiamo poi essere bravi a vincere a Cagliari, altrimenti depauperiamo un po’ quella che è la vittoria con la Roma. Quindi è una partita come le altre. Detto questo, vincendo, è inevitabile che ci portiamo a 8 punti, che sono una distanza bella, una distanza importante, però può essere anche una distanza che diventa un’illusione se perdiamo la concentrazione, la determinazione, la voglia, che abbiamo in questo campionato e che stiamo proponendo da nove partite a questa parte. Non dimentichiamo che eravamo cinque punti sotto la Roma e in poche partite ne abbiamo recuperati dieci, sta a significare che come l’abbiamo fatto noi, lo possono fare anche loro o altre squadre come il Napoli.
(FINE)
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