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SERIE A, Beretta: “Campionato a 18 squadre? Anche così il torneo ha grande appeal”

Maurizio Beretta

«La Serie A a 18 squadre è un tema su cui si discute da molto tempo, e tutti stanno facendo i loro ragionamenti. Penso che l’apertura arrivata da Tommasi sia interessante e da cogliere positivamente, ma prima c’è comunque da fare tutto un dibattito interno alla Lega di Serie A, e poi con le altre leghe». Sono le parole del presidente di Lega A, Maurizio Beretta, all’arrivo nella sede della Federcalcio per il Consiglio federale.

Il n.1 di via Rosellini ha quindi sottolineato che sarà fondamentale «attraverso le situazioni dei campionati, il fair play finanziario e anche il rinnovo degli accordi collettivi, dare complessivamente un migliore assetto di sostenibilità nel tempo al nostro calcio». Calcio che, nonostante le numerose critiche arrivate nell’ultimo periodo (anche da parte del presidente del Coni, Malagò), per Beretta fornisce ancora un prodotto di livello. «Continuo a registrare un campionato che ha un ottimo riscontro di pubblico, sia televisivo sia negli stadi – sottolinea il presidente di Lega di Serie A – Siamo a tre turni dalla fine della stagione e tutto è ancora da decidere, sia nella zone alte che per i posti che valgono le coppe, e anche in zona retrocessione».

«Il campionato continua a mantenere il suo livello di attrazione – conclude quindi Beretta – Ovviamente dobbiamo sempre lavorare per migliorare, ma già così il prodotto è di grande interesse, che mantiene tutto il suo appeal a livello domestico, e anzi mostra segnali di interesse crescente a livello internazionale».

Sulla possibilità di una Serie A a 18 squadre si era espresso nei giorni scorsi il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, che prima di prendere parte al Consiglio federale, ha ribadito il suo pensiero: «Visto il momento bisogna accettare il fatto che con meno squadre a livello professionistico si hanno maggiori garanzie e solidità dal punto di vista economico, e probabilmente anche sotto l’aspetto tecnico. Purtroppo non è un argomento all’ordine del giorno, così come le seconde squadre, quindi se ne può parlare, ma non mi sembra di vedere passi in avanti».

Fonte: ansa

matteo isidori

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