I calciatori della nazionale algerina, che giovedi’ in Brasile hanno centrato un risultato storico qualificandosi agli ottavi di finale della Coppa del Mondo, non dovranno rispettare i precetti del Ramadan, il nono mese del calendario islamico nel quale i musulmani digiunano dall’alba al tramonto.
Lo ha stabilito una fatwa emessa dallo sheykh Muhammad Sharif Qaher, esponente del Supremo consiglio islamico dell’Algeria, che ha scatenato un dibattito nel paese.Come ha spiegato sheykh Qaher, la sharia autorizza gli atleti a sospendere il digiuno perche’ sono in viaggio. Si tratta di uno dei casi in cui il Ramadan puo’ essere evitato. Sono tradizionalmente esenti dal digiuno i minorenni, gli anziani, i malati di mente, i malati cronici, le donne in stato di gravidanza o che allattano, le persone in eta’ avanzata, nel caso che possa comportare un rischio per le loro condizioni di salute. Contrario all’editto dello sheykh si e’ detto il collega Muhammad Mukarkab, membro dell’Associazione degli ulema algerini, secondo cui “non e’ lecito saltare il digiuno per giocare a calcio”.
Come ha spiegato Mukarkab, le ‘Volpi del deserto’ sono in trasferta “per giocare a calcio e non per curare una malattia, o per il jihad, o per motivi di studio” e per questo ha esortato i calciatori a “digiunare, poiche’ Dio sta con chi digiuna. I nostri ragazzi – ha aggiunto – sono in grado di giocare e digiunare allo stesso tempo, e’ nel loro interesse”.
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