CORRIERE.IT Derby di Roma: arrivati ultras dal resto d’Europa. Si temono scontri

La Polizia schierata a Ponte Duca d'Aosta
La Polizia schierata a Ponte Duca d’Aosta

(R. Frignani) – Alcune decine di ultras giunti Madrid e Cracovia e da Londra sono arrivate a Roma per il derby di domani. La paura è che possano unirsi alle frange più violente delle tifoserie nostrane per innescare incidenti. Purtroppo, è questo il clima alla vigilia.

Per la Questura il derby (inizio ore 15, cancelli aperti dalle 13) è «ad alto rischio» incidenti. Lo stesso prefetto Franco Gabrielli si è detto non proprio «serenissimo».«Purtroppo so che determinati soggetti hanno intenzione di fare cose certamente non positive», ha ammesso Gabrielli annunciando «repressione» in caso di incidenti con conseguenze future per «dialogo e confronto» con le tifoserie.

Si temono alleanze – e non sarebbe la prima volta – tra frange di violenti vicini ai gruppi di romanisti e laziali: si parla di qualche centinaio di giallorossi e qualcuno di meno fra i biancocelesti, con i rinforzi però in arrivo dall’estero. Secondo l’intelligence gli ultrà stranieri sono esponenti del tifo violento di Real Madrid, West Ham e Wisla Cracovia, questi ultimi già apparsi all’Olimpico nel maggio scorso sempre in occasione di Roma-Lazio, protagonisti di un corteo a ponte Milvio con il volto coperto da passamontagna blu. Un gemellaggio fra «Sharks» e laziali nato in seguito all’arresto due anni fa di decine di supporter biancocelesti a Varsavia. Già sei mesi fa ci furono tafferugli e un paio di accoltellati (e si giocava sempre di giorno), ora il clima è peggiore. Allora in curva Nord si videro personaggi noti in tutta Europa, vicini all’estrema destra, proprio del West Ham e del Levski Sofia.

«Ma se dovessero esserci davvero incidenti – è una delle letture degli investigatori – potrebbero essere controproducenti per queste fazioni: sarebbe la conferma che si tratta di violenti e che le misure prese per limitarne l’azione erano necessarie». Per il prefetto l’introduzione delle barriere «non è stata gestita sapientemente da parte delle società, soprattutto dalla Roma. Abbiamo comunicato queste direttive una settimana dopo la conclusione del campionato scorso. Invece di entrare in una logica di un rapporto corretto con la propria tifoseria – è la critica di Gabrielli -, hanno immaginato che quella fosse una comunicazione che potesse avere un diverso esito». Poi l’apertura: «Le barriere non le abbiamo costruite con il cemento armato, non sono inamovibili: per il prossimo campionato decideremo se ci saranno situazioni che possono modificare la situazione».

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