La premessa è che non smetterò di preferire l’ultimo degli ultras al primo fra i giornalisti. Epperò quello striscione proprio no, quella scritta apparsa sabato scorso in curva sud contro la madre di Ciro, morto ammazzato per mano giallorossa, qualunque sia stata la meccanica di quella tragedia, è una roba demenziale e oscena; quello striscione la Vecchia guardia non l’avrebbe mai e poi mai esposto. Ma neppure concepito in qualche recesso malandrino. Ed è anche il segno che, se possibile, si sta galoppando a rotta de collo nella discesa dalla lealtà all’anarchia, dal realismo all’incoscienza, dal silenzio (orgoglioso, imbarazzato, furente, scaltro: fate voi) all’autodistruzione di un mondo che ebbe una sua piccola luce onorevole. Altro che lucro… auguro alla madre di Ciro di diventare ricca sfondata e di farci pure una serie tivù, su suo figlio, se ne avrà voglia. Sono affari suoi, privati e dolenti.
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