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IL MESSAGGERO Roma e Lazio, vertice Capitale

Dzeko

(U. Trani) La Roma di Garcia, seconda per due anni di fila dietro alla Juve, ci riprova. Perché l’obiettivo, inutile girarci attorno, resta quello di un anno fa: lo scudetto. Per centrarlo, la proprietà ha scelto di ripartire quasi da zero. L’estate ha certificato un’autentica rifondazione. Pallotta, deluso da quanto accaduto a Trigoria nella stagione scorsa, è intervenuto in prima persona. Ha voluto cambiare tutto: preparatori, medici e giocatori, affiancando a Zanzi, per controllare la gestione tecnica e societaria, i fedelissimi Zecca e Zubiria. Il presidente, pur soddisfatto per essere di nuovo entrato in Champions dalla porta principale, ha preso atto che la seconda annata di Garcia è stata molto differente dalla prima. Il distacco dai campioni d’Italia è rimasto lo stesso: 17 punti. Ma il rendimento della squadra è stato scadente, soprattutto dall’inizio del 2015: a metà marzo, anche per gli errori evidenti e incomprensibili nella sessione invernale del mercato, già fuori da tutto, con le eliminazioni/umiliazioni in Coppa Italia e in Europa League.

Ecco, dunque, la rivoluzione nella rosa. Non solo qualche innesto per completarla, ma diversi titolari per migliorare la formazione base. Mezza squadra sarà nuova, forse anche di più. Il portiere Szczesny, il difensore centrale Rudinger, il terzino sinistro Digne, gli esterni offensivi Iago Falque e Salah. Ma soprattutto la Roma avrà finalmente il centravanti atteso da anni. È stato scelto Dzeko, tra i migliori finalizzatori del pianeta. Il bosniaco ha qualità e fisico. E ha sempre fatto la differenza, vincendo il campionato sia in Germania che Inghilterra. E’ stato Pallotta a volerlo a tutti i costi. Per non concedere alibi a Garcia che, nel campionato scorso, ha raccolto pochi gol. L’attacco, solo 7°al traguardo, non è stato da vertice. Ora con Dzeko, Salah, Iago Falque, Totti e tutti gli altri attaccanti non è più possibile fare cilecca. Dipenderà, però, dal gioco. Scontato e prevedibile nell’ultimo torneo, anche perché fisicamente e tatticamente il gruppo è sembrato spesso impreparato. Se il canadese Norman, grazie al suo curriculum, offre solide garanzie, toccherà a Rudi dare un senso agli sforzi fatti dalla proprietà. Il tecnico sa di giocarsi la Roma e accetta la sfida. Avrebbe voluto che qualche rinforzo arrivasse prima, pure perché la difesa è nuova quasi quanto l’attacco (Castan, l’anno scorso, ha giocato solo mezza partita), ma non ancora al completo. Solo il centrocampo è quello di prima. Può diventare più competitivo se Strootman uscirà finalmente dal tunnel.

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