Uno è rimasto a Roma da sopportato e la prima volta che ha messo piede all’Olimpico sono arrivati fischi. L’altro, invece, per scelta del d.s., con tanto di applausi scroscianti dei tifosi che non vedevano l’ora di dargli un’altra possibilità. Poche settimane e i destini di Gervinho e Iturbe si sono capovolti, e per capirlo bastava vedere i loro volti mentre uscivano dal Barbera. L’ivoriano, euforico per la doppietta (4 gol in una settimana tra campionato e coppa), aveva cercato persino di dare il cinque all’assistente dell’arbitro tanto era felice; l’argentino lasciava il campo a testa bassa, perché Garcia lo aveva tenuto 90’ in panchina dopo la deludente prova contro il Bate Borisov. Due volti della stessa Roma, due volti di quanto il tecnico abbia avuto ragione nell’insistere su Gervinho e torto, almeno finora, nel voler tenere Iturbe che, dopo un promettente avvio contro Juventus e Frosinone, sembra tornato quello della scorsa stagione.
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