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Esultanza

La Roma, sotto la collina di Fiesole, riscopre il gusto di giocare per il primato. Il 29 ottobre del 2014, proprio 12 mesi fa, riuscì ad affiancare la Juve capolista, sfruttando il turno casalingo contro il Cesena. Da quel giorno, sempre all’inseguimento e perdendo terreno. Adesso, grazie ai 3 successi consecutivi, è tornata a rivedere la vetta. Che può riconquistare se si aggiudicherà, nel pomeriggio al Franchi, lo scontro diretto con la Fiorentina che ha solo 1 punto di vantaggio dopo la sconfitta di domenica al San Paolo.

Lo scatto improvviso dei giallorossi è coinciso con la ritrovata efficacia dell’attacco che, al momento, è il top della serie A con 20 gol. E 12 sono stati appunto segnati nelle ultime 3 gare, vinte contro il Carpi, il Palermo e l’Empoli. Dzeko, il centravanti che per anni è mancato nella rosa della Roma, ha partecipato solo parzialmente, essendo uscito di scena, in campionato, nell’intervallo della prima delle 3 gare. Senza di lui sono stati realizzate 9 di quelle 12 reti che hanno certificato la risalita in classifica. Oggi il bosniaco sarà di nuovo titolare. «E’ la nostra risorsa in più» ha ammesso Garcia prima di salire sul treno per Firenze. Anche perché il suo collega Paulo Sousa lo aspetterà con la migliore difesa del torneo: solo 6 reti subite in 8 gare. I giallorossi, potendo nuovamente contare sul finalizzatore, dovranno per forza di cose cambiare lo spartito. Dal 26 settembre, quando si è infortunato Dzeko, hanno puntato sulle ripartenze veloci con Gervinho, Salah e Florenzi e sulle punizioni di Pjanic. Adesso bisognerà coinvolgere il centravanti. Oltre alle individualità, dunque, inciderà pure il gioco.

«La nostra difesa, negli ultimi due anni, è sempre stata tra le migliori del campionato». Garcia fa bene a parlare al passato. Non è più così. Anche se la Roma ha la migliore differenza reti (con il Napoli), dietro le lacune sono evidenti: già 10 gol incassati. Il francese assolve i singoli. E torna alla gara di martedì sera a Leverkusen per chiarirlo meglio: «Abbiamo preso il quarto gol del Bayer pur trovandoci quasi tutti sotto la linea della palla. Lo ripeto: ci siamo abbassati troppo. Non è vero che spesso siamo fragili psicologicamente, lo dimostrano le rimonte fatte che sono più di quelle subite». E per prendere meno gol «non servono più difensori». Il francese non abbandonerà la linea a 4: «Io so che si possono schierare cinque uomini, ma significa arretrare in modo esagerato e quindi rinunciare al gioco». Le sue indicazioni, a parole, sono semplici: «Basta fare più pressing e più possesso palla».

Le gaffe della Roma, a sentire Garcia, finiranno quando Ruediger e Castan saranno al top. Il tecnico non rimpiange ufficialmente le partenze di Yanga Mbiwa e Astori, anche se le condizioni non eccellenti dei centrali difensivi hanno sicuramente pesato in questi 2 mesi. Meglio, però, guardare il lato positivo: «Siamo a due punti dal secondo posto in Champions e quindi abbiamo ancora possibilità di superare il turno e siamo messi bene in campionato. Questo significa che l’inizio di stagione è abbastanza buono anche prendendo dei gol. Adesso non serve a niente guardare indietro. Il mercato è una cosa molto molto difficile che facciamo insieme, soprattutto se ne occupa Sabatini, diesse formidabile. Cerchiamo il meglio per costruire una rosa in grado di raggiungere obiettivi importanti. Dopo c’è il lavoro che io devo svolgere con la squadra e che faccio in modo che dia i suoi frutti al più presto possibile». In 3 anni, ha sempre avuto una difesa con giocatori differenti. Così si riparte da zero o quasi: «E’ giusto dire che dal primo anno abbiamo cambiato ogni stagione il reparto difensivo, ma questa è la regola del mercato e del piano economico. A me non interessa. Devo lavorare con questa rosa che è diversa dalle altre che ho avuto. Come cambiano, ogni anno, le avversarie. Ma io insisterò sul calcio offensivo. Per segnare ancora tanti gol, come stiamo facendo ultimamente». A riportarlo è l’edizione odierna de Il Messaggero.

edwin iacobacci

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edwin iacobacci

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