Italia ripescata, non si arrestano le polemiche legate all’infausta vicenda verificatasi in occasione della sfida tra Iran e Libano.
L’assenza dell’Italia dal prossimo Mondiale rappresenta, ad oggi, una delle delusioni più importanti della nostra recente storia calcistica nazionale, soprattutto alla luce dei tanti step di crescita favoriti da Mancini meno di un anno fa. La squadra che poco più di una settimana fa perdeva con la Macedonia è la stessa che l’11 luglio si laureava campione d’Europa in casa del nemico inglese.
Al di là delle tante discussioni nate in questi giorni e abbraccianti tutta una serie di questioni, a partire dagli aspetti da rifondare del nostro sistema calcistico, passando per le infauste prestazioni di quelli che sarebbero dovuti essere i trascinatori per l’approdo in Qatar, non poco interesse ha suscitato la vicenda dell’Iran.
Come raccontatovi a più riprese, la nazionale persica si è distinta per un infelice evento verificatosi all’esterno dello stadio in occasione della sfida con il Libano. Le scene delle numerose donne, posseditrici di biglietto, rimbalzate dalla sicurezza ha fatto il giro del mondo, così come le immagini della ressa e dei malori accusati dopo l’utilizzo da parte delle forze dell’ordine di spray urticante.
Senza imbatterci in discussioni che esulerebbero dal solo ambito sportivo, rischiando di cadere nel politico e nell’etnologico, ci limitiamo a evidenziare come in questi giorni, anche nel nostro Paese, sembrava essersi diffuso un cauto e non sempre ammesso sentimento di speranza di essere ripescati, previa l’esclusione dell’Iran.
Anche in uno scenario del genere, non verificatosi, l’Italia, pur disponendo del ranking più elevato tra le varie nazionali non approdate in Qatar, non avrebbe avuto la certezza di essere scelta come sostituta. Non esiste, come già spiegatovi, un vero e proprio criterio in casi straordinari di eliminazione di una Federazione da una competizione Fifa. A gettare ulteriore fuoco sulla questione sono stati poi i media iraniani.
Secondo questi ultimi, il modus operandi degli addetti alla comunicazione del nostro Paese starebbero lavorando duramente per eliminare l’Iran e spingere la nostra Federazione al prossimo Mondiale. Nulla di più infondato, ovviamente. Si intenda, piuttosto, l’attenzione dei media globali come un tentativo chiarificatore degli anacronistici e misogini eventi verificatisi, nel nome dell’equazione di Walter Lippman tra salute di una società e qualità delle informazioni in essa circolanti.
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