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Voti Roma-Brighton 4-0: Lukaku-Dybala show, i giallorossi dilagano

Voti Roma-Brighton: Dybala e Lukaku illuminano l’Olimpico. DDR mette in campo una formazione tanto frizzante, quanto solida, in grado di resistere alle numerose infilate degli inglesi

La cornice dalle tinte giallorosse – composta da un caloroso sold-out dei tifosi capitolini – ha certamente aiutato, ma i valori in campo della Roma di Daniele De Rossi sono ormai evidenti. E’ finito il tempo degli scetticismi e delle prove del nove rimandate al weekend successivo: De Rossi è ufficialmente un allenatore di calcio universalmente riconosciuto come tale. E’ vero… il Brighton di De Zerbi giunge all’andata degli ottavi di Europa League con più di un acciacco e una condizione psico-fisica non particolarmente brillante, testimoniata con evidenza dalle recenti sconfitte in Premier, ma i giallorossi restituiscono nuovamente una piacevole sensazione di solidità, abbinata alla manifesta vivacità della fase offensiva.

Paulo Dybala (Ansafoto) – Asromalive.it

Il gruppo di De Zerbi, seppur privato di alcune pedine di pregio, riesce di sovente a schiacciare i giallorossi nella propria metà campo, ma è proprio nel disimpegno che gli uomini di De Rossi diventano realmente pericolosi. La ricercata qualità del palleggio a un tocco (massimo due), manda in tilt gli inglesi, più volte sorpresi dalle fulminee uscite dei capitolini.

Voti Roma-Brighton, Lukaku-Dybala show: i giallorossi dilagano

Doppio montante sul mento già nel corso del primo tempo per De Zerbi & co., a causa della ripartenza sul filo del fuorigioco di Paulo Dybala e alla tenacia di Romelu Lukaku, che gli permette, sfruttando un errore della difesa britannica, di ottenere l’uno contro uno con l’estremo difensore inglese. DDR sfoggia con orgoglio la sua facoltosa coppia di diamanti, mettendo in evidenza le qualità dei due attaccanti, grazie ad un sistema di gioco in continua evoluzione. Difatti, le armi della Roma non escono soltanto in fase di ripartenza, ma anche e soprattutto in quella di costruzione.

Lukaku, Dybala e Celik (Ansafoto.it)- Asromalive.it

La sovrapposizioni sulle fasce di Celik e Spinazzola fanno sanguinare gli inglesi dal primo all’ultimo minuto, permettendo a Lukaku di divenire pericoloso senza soluzione di continuità. Dybala e Pellegrini, al contrario, operano chirurgicamente all’interno del campo, dove le qualità palla al piede fanno la differenza se abbinate ai giusti movimenti dei compagni, utili a generare spazi sul rettangolo verde. Anche in questo caso Big Rom risulta un perno di riferimento, su cui appoggiarsi per sponde e taglienti uno-due nello stretto. Il gigante belga torna così efficace anche nel palleggio. Come se non bastasse, la pressione immediata a palla persa funziona con costanza, permettendo ai giallorossi di spezzare più volte i disimpegni avversari, imponendo un dominio a tratti asfissiante.

Il confronto “uomo contro uomo a tutto campo”, tipico delle formazioni di De Zerbi, è accettato con soddisfazione dal comandante di Ostia, poichè certo della qualità dei propri singoli, finalmente capitalizzata all’interno di un contesto calcisticamente sostenibile  E’ così che va in scena uno spettacolo a cielo aperto all’Olimpico, figlio di due uomini profondamente convinti della propria idea di calcio: “Al coraggio si risponde con il coraggio”, dirà De Rossi al termine della partita. Nel corso del secondo tempo i ragazzi di De Zerbi divengono più pericolosi, ma l’approccio sensibilmente più offensivo degli inglesi si rivela paradossalmente controproducente, a causa della solidità difensiva della linea difensiva di DDR e delle conseguenti ripartenze giallorosse, che vedono come esito prima il gol di Mancini e poi quello di Cristante.

ROMA (4-3-3): Svilar 7.5, Celik 7,5, Mancini 7,5, N’Dicka 7, Spinazzola 7,5, Cristante 7, Paredes 7,5, Pellegrini 7, Dybala 8.5, El Shaarawy 7, Lukaku 8, Bove dal 72′ 6, Baldanzi dal 72′ 6, Llorente dal 82′ sv, Zalewski dall’88’ sv, Azmoun dall’88’ sv.

Leonardo Marcucci

Laureando in Lettere, la mia infanzia si è consumata in una piacevole convivenza tra calcio e cinema. Tuttavia, a differenza di molti, nel mio caso la scrittura non è mai stata un piacevole ripiego ad una sfumata carriera da calciatore o regista, ma, al contrario, l’obiettivo è sempre stato chiaro e univoco: diventare un giornalista. Affetto da una grave patologia che mi impedisce di assistere ad una qualunque manifestazione umana, senza ritrovarmi a fare ordine tra una sequela di analisi e conseguenti giudizi (alle volte dissonanti tra loro), ho sempre individuato nel giornalismo la pratica più proficua e stimolante per tentare di unire l’utile al dilettevole.

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Leonardo Marcucci

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