Rudi Garcia su Strootman: “Non sentiva più la fiducia della Roma”

Thauvin roma
Thauvin e Garcia ©Getty Images

Rudi Garcia e la Roma: un amore mai finito. L’attuale allenatore del Marsiglia si è raccontato in una lunga intervista pubblicata questa mattina dal “Corriere dello Sport”: i retroscena sul suo esonero in giallorosso, l’affare Strootman e la sua prossima avversaria in Europa League: la Lazio, contro cui non ha mai perso da allenatore della Roma.

C’è la Lazio, Garcia. Per un allenatore imbattuto nei derby cosa rappresenta?
«E’ una partita speciale. Di sicuro intendo continuare la mia tradizione personale: per il Marsiglia sarebbe molto importante».

All’Olimpico i laziali la fischieranno.
«Giusto così, visto che io sono e sarò sempre un romanista».

Allenerebbe mai la Lazio?
«No, mai. A Roma c’è solo un club per me».

Strootman ©Getty Images

La verità su Strootman

Il Marsiglia si trova in casa un altro rinforzo romanista: Kevin Strootman. Ci racconta come è andata la trattativa in estate?
«Quando ho saputo che la Roma avrebbe preso Nzonzi, ho telefonato al mio ds Zubizarreta e ho chiesto di sondare. In cuor mio però non pensavo che avrebbe accettato di venire al Marsiglia, visto che era appena diventato padre. E invece… Forse Kevin in quel momento non avvertiva la fiducia della società e io ho sfruttato questa opportunità».

I retroscena sul suo esonero

Qualcuno sussurra che lei abbia perso autorevolezza dopo la ribellione di Totti alla sostituzione contro il Torino.
«Non voglio essere volgare ma non mi viene una parola migliore: queste sono stronzate. Sappiamo tutti quando sono cominciati i miei problemi alla Roma».

Lo sveli, qui e ora.
«Alla fine del secondo campionato, dopo il derby che confermò il nostro secondo posto, dissi quello che pensavo sul gap con la Juventus, sull’impossibilità di vincere lo scudetto. A quel punto è finita, la mia strada era segnata. Però mi fa piacere che Francesco abbia detto esattamente le stesse cose poche settimane fa. In Francia un proverbio dice che non va bene avere ragione troppo presto…».

Chi ha deciso la sua sorte allora? Pallotta? Baldissoni?
«Non lo so, non mi importa. So solo che i contatti con il mio successore erano già stati presi da tempo. Non c’è stato molto rispetto… Ero già condannato dall’inizio della stagione. E lì sbagliai anche io».

In cosa?
«A farmi togliere il preparatore, Paolo Rongoni, che poi ho ripreso qui a Marsiglia. Accettai due professionisti scelti dalla società che non venivano dal mondo del calcio: errore. Troppi infortuni, mi spiegarono. Ma mi sembra – e lo dico con sincero dispiacere – che a Trigoria il problema sia rimasto».

Del dopo Garcia, le piace più la Roma di Di Francesco o quella di Spalletti?
«Quella di Di Francesco, perché è un romanista. E perché ha sfiorato una finale di Champions».

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