De Rossi: “Da piccolo mi chiamavano Nino D’Angelo. Buffon? Vent’anni in Nazionale sono qualcosa di irripetibile”

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Daniele De Rossi ©Getty Images

Il centrocampista della Roma e della Nazionale italiana, Daniele De Rossi, ha rilasciato un’intervista pubblicata dal profilo Twitter della selezione azzurra in cui ha parlato dei suo rapporto con la maglia della nazionale e di Gigi Buffon, che in questi giorni celebra i venti anni dall’esordio con la selezione azzurra. Queste le sue parole:

Parla De Rossi

“Quando Gigi Buffon debuttava in Nazionale io avevo 14 anni…“.

In quale squadra giocavi?
Giocavo da pochi nelle giovanili della Roma, quindi alla Roma come adesso.

Il tuo calciatore preferito?
Ce ne erano tanti. Direi Roy Keane, Guardiola, Edgar Davids e un po’ tutti quelli della Roma.

Il tuo cartone animato preferito?
A 14 anni ero già grandicello, non ricordo se già esistevano ma credo di si. Vedevo I Simpson. E’ un cartone che ancora oggi ogni tanto mi fermo a guardare.

Che sport seguivi oltre il calcio?
Ho sempre seguito molti sport. In particolare il basket, la pallavolo e il football americano.

Le tue giornate con gli amici?
Spesso e volentieri ad Ostia le giornate con gli amici le passiamo al mare, ma giocando già con la Roma, molto spesso finivo scuola e andavo direttamente a Trigoria.

Avevi un soprannome?
Avevo i capelli a caschetto biondo tipo ‘zazzera’, e mi chiamavano Nino perchè dicevano che assomigliavo a Nino D’Angelo (ride, ndr).

La tua merenda preferita?
Era pane e Nutella, come credo sia per tutti i ragazzi i giovani.

La tua canzone preferita?
Non lo so. Non sapevo in quegli anni cosa girasse nel panorama musicale. Forse era appena uscita Karma Police dei Radiohead, quel video mi ipnotizzava.

Messaggio per Buffon: “Gigi in bocca al lupo per il tuo futuro, che ci porterà a tante altre emozioni e avventure da vivere con la stessa maglia ma soprattutto complimenti per quello che hai fatto fino ad ora, per questo traguardo, uno dei mille che hai raggiunto. Vent’anni in nazionale sono qualcosa di irripetibile e lo dice uno che ne ha fatti dodici, che sembrano un’infinità”.

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