Roma, Boniek critico con la società: “Difficile vincere se vendi Alisson”

Zbigniew Boniek (getty images)

Sull’edizione odierna del Corriere dello Sport c’è una lunga intervista di Ivan Zazzaroni a Zibì Boniek, attuale presidente della Federcalcio polacca, con un grande passato da calciatore in Italia anche con la maglia della Roma. E proprio della Roma ha parlato nel corso dell’intervista, in termini non propriamente positivi nei confronti dell’attuale società e delle ambizioni che ha.

«Difficile far credere alla gente che punti a vincere qualcosa se poi vendi Alisson. La Roma americana controlla soprattutto i conti e per sua stessa ammissione non crescerà mai senza lo stadio di proprietà. Il tifoso si deve accontentare di serate come quella col Barcellona, un’orgia collettiva mai vista prima alla quale ho partecipato anch’io. Un momento, però: recentemente sono stato a Trigoria e ho sentito il profumo del calcio e dell’organizzazione».

Ma avrà mai il nuovo stadio?
«Quando i capelli bianchi di Zazzaroni diventeranno neri. E comunque dubito che Pallotta lo vedrà mai».

Roma subisce più di altre città la politica.
«Non solo quella. A Roma anche l’influenza del clima è evidentissima, allenarsi al sole di marzo o sotto il cielo di Torino non è la stessa cosa. Mi accorsi delle differenze a tavola, quando arrivai alla Juventus. Prima dell’allenamento del pomeriggio insalatina, zuppa e frutta, poi il riposo obbligatorio. Quando nel 1985 mi presentai a Brunico fui subito invitato a raggiungere Pruzzo, Conti e gli altri: “Polacco, vieni qui, siedi con noi”. Cozze, risotto, dolci, iniziammo all’una e finimmo alle 16 e subito dopo al campo. Ma nella Roma ho giocato il più bel calcio della mia vita: a centrocampo Cerezo, Conti, Boniek, Ancelotti, e Giannini e Desideri che scalpitavano».

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