Per adesso la serie A vive una fase di stallo. Non sono infatti arrivate quelle date precise per la ripartenza del campionato, che diventa sempre più complicata visto che i tempi stringono. L’ultimo decreto del Governo non permetterà ancora di riprendere l’attività di gruppo. Per adesso solo allenamenti individuali, mentre per i centri sportivi bisognerà aspettare presumibilmente il 18 maggio.
Ora però la serie A vuole certezze. Anche perché riprendere gli allenamenti e sostenere le spese per tamponi e test sierologici sarebbe un’ulteriore beffa senza potere poi giocare. Per questo motivo chiederà ufficialmente di poter ripartire il 9 giugno, in cui potrebbero giocarsi le semifinali di ritorno di Coppa Italia.
Cosa c’è che non va nel protocollo che la Figc dovrebbe seguire? Il Comitato Tecnico-Scientifico del Governo ha chiesto che debbano esserci alcune modifiche. La prima relativa al numero delle persone che possono far parte del “gruppo squadre”, che si aggira intorno alle 50-70 unità. Ce ne dovranno essere insomma di meno.
E poi il grande numero di tamponi e test sierologici, che non sono ancora disponibili. L Figc pensa poi di poter giocare in tutti gli stati d’Italia, ma invece il Comitato considera le trasferte molto rischiose. E poi c’è il nodo più complicato, quello relativo alla quarantena. In caso di positività di un giocatore sarebbe obbligatoria per 14 giorni per tutti i suoi “contatti”. E vorrebbe dire, di fatto, chiusura anticipata del campionato.
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