Inter, Stramaccioni: “L’addio da Roma è stato dolorosissimo, non mi vergogno a dirlo”

Romano e romanista sulla panchina nerazzurra, si confida al Corriere dello Sport

Andrea Stramaccioni

STRAMACCIONI INTER / WEB – Giallorosso trasferito al nord. E con dolore. Andrea Stramaccioni ora felicemente accasato con l’Inter, ricorda con una punta di nostalgia e forse anche un lieve rimpianto il suo legame con i colori della Capitale.

Di seguito un estratto della lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport.

La scorsa estate quella panchina (quella della Primavera della Roma, ndr) non gliel’hanno affidata e così…
“Il mio problema era la crescita professionale. Giustamente la Roma voleva continuare con Alberto De Rossi che è un’istituzione e un ottimo tecnico, il cui lavoro è sotto gli occhi di tutti, ma io avevo bisogno di progredire. Mi sono comportato correttamente e sono stato favorito dal fatto che i nuovi proprietari non hanno letto la clausola del mio contratto”.

Con De Rossi senior si è rotto qualcosa?
“La cosa purtroppo è stata montata e ci hanno messo contro. Non ho mai avuto e non ho niente contro di lui. Alberto giustamente ho voluto rimanere ad allenare la Primavera. Niente da dire, ma io non potevo restare a vita agli Allievi. Si è creato un dualismo interno tutto romano e a quel punto ricucire lo strappo era impossibile”.

Com’è stato l’addio alla Roma?
“Dolorosissimo e non mi vergogno a dirlo. Sono stato con tante persone, tra le quali Conti, Totti, Vito Scala e la dottoressa Mazzoleni, con le quali ho un bel rapporto e grazie alle quali sono cresciuto”.

La separazione ha inciso sul suo tifo giallorosso?
“Sono rimasto molto male per come è stata gestita la situazione e ho sofferto tanto. In situazioni come questa perdi un pochino di quel disincanto che hai da ragazzo. Diciamo che è come se ti lasci con un grande amore e poi ti sposi con un’altra donna. Adesso sono innamorato di un progetto e dell’Inter”.

Tra gli allenatori della Roma invece con chi ha legato di più?
“Luciano Spalletti, anche se lui mi ha chiamato dalla Russia e mi ha detto “Non dirlo più perché ti fai un danno…”. Da lui ho preso tanto, sul campo. La Roma delle 11 vittorie di fila, la Roma della qualità, la squadra senza attaccanti veri e della palla “addosso” mi ha ispirato. Con Spalletti ho parlato tanto”.

 

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