CALCIO Il codice etico come la discriminazione territoriale: l’ultima barzelletta triste d’Italia

Gli Azzurri in allenamento
Gli Azzurri in allenamento

Nacque così un giorno per caso il Codice etico per la nazionale italiana, una sorta di atteggiamento punitivo stabilito di comune accordo dal ct Cesare Prandelli e la Federcalcio atto a vietare la possibilità di giocare in azzurro ai calciatori protagonisti di gesti scorretti o antisportivi. Una regola nata con tutto il buonsenso del mondo, in un calcio nostrano piuttosto decadente. Ma l’Italia, ed il mondo del pallone come suo specchio ideale, sembra non riuscire a far funzionare neanche una piccola norma oggigiorno. Tale codice in poco tempo è divenuto materia di ‘interpretazione soggettiva’ riguardo ai vari episodi capitati nel nostro campionato e non solo.

Viene punito Daniele De Rossi, che con un pugno neanche troppo nascosto rifilato ad Icardi, si gioca il posto nell’amichevole contro la Spagna, così come era successo un anno e mezzo fa dopo la manata a Mauri nel derby. Venne punito Osvaldo, allora giallorosso, lasciato fuori dalla Confederations Cup per gli insulti al tecnico Andreazzoli, come ammesso recentemente proprio da Prandelli. Sulla carta tutto giusto, ma la pecca sta nell’altalenante presa di posizione del ct, a volte intrasigente, a volte cieco riguardo a ciò che accade sui campi da gioco.

Il caso Balotelli è eclatante: ai tempi del City di procurò 4 giornate di squalifica per una tacchettata da censura contro il Tottenham e Prandelli di norma lo tenne fuori dai convocati azzurri. Giusto, ma negli ultimi due anni ha ignorato le bizze di Supermario con la maglia del Milan a seguito prima degli insulti all’arbitro Banti dopo Milan-Napoli, poi per il gestaccio verso i tifosi del Cagliari. Balotelli perdonato e scagionato dal caro ct che addirittura usa termini come “amore” o “esagerazioni nei suoi confronti” difendendo a spada tratta il meno etico dei calciatori italiani.

Poi Cassano, ignorato improvvisamente da Prandelli a seguito dei litigi con Galliani e Allegri mentre fu tranquillamente convocato dopo aver dato del ‘vecchio di m****’ al presidente doriano Garrone. Codice etico presente anche nel fattore Scommessopoli in tutte le sue strambe sfaccettature: alla vigilia di Euro 2012 viene escluso Criscito, citato nelle carte della Procura di Napoli, ma viene scagionato sempre dal giudice supremo Prandelli lo juventino Bonucci, accusato ai tempi del Bari.

Due pesi e due misure, con un criterio soggettivo discutibile e tutt’altro che educativo. Il codice etico in questione è l’ennesima barzelletta triste del nostro calcio, come quella discriminazione territoriale punita all’improvviso con la sciocca norma della chiusura delle curve per i cori (sicuramente sbagliati) degli ultras ma clamorosamente dimenticata alla comparsa degli striscioni imbarazzanti degli juventini sulla strage di Superga. E poi ci si chiede perché il campionato italiano non è più ai livelli di Premier e Liga.

Keivan Karimi (Twitter @KappaTwo)

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