CASO LOTITO Il presidente della Lazio furioso: “Querelo”

Lotito al seguito dell'Italia
Lotito al seguito dell’Italia

Il fuoco di fila di attacchi subito dopo la diffusione della sua telefonata con il dg dell’Ischia non ha fiaccato Claudio Lotito, che si sente vittima di una«manovra subdola» ed è deciso a reagire mettendo in campo anche gli avvocati. Letti i giornali, un coro di condanna, assorbite le dichiarazioni anche di peso contro di lui, il consigliere federale di buon mattino ha annunciato di«aver dato mandato ai legali di tutelare in sede penale e civile la mia persona e la mia posizione istituzionale». 

Pino Iodice però non sembra spaventato dalle conseguenze, anzi, e afferma che «se Lotito non viene sanzionato per quello che sta emergendo è la prova che nel calcio esiste una cupola mafiosa che va sconfitta», Di più, il dirigente campano dichiara di avere tre registrazioni di telefonate e che almeno una decina di presidenti di Lega Pro sarebbero pronti a testimoniare di aver subito minacce da Lotito in vista dell’assemblea di lunedì di Lega Pro. In attesa degli sviluppi giudiziari, il giorno dopo la bufera non sono mancati altri attacchi al patron della Lazio, come quello di Massimiliano Allegri, che si è detto «scosso e stranito» dalle sue parole, ma nemmeno le prese di posizione a suo favore, sia da società di LegaPro, sia da colleghi come Massimo Zamparini e Vittorio Pozzo. «In Italia sono spariti i valori, e così uno qualunque registra una telefonata privata e la dà in pasto a tutti», ha detto il presidente del Palermo.«Sembra che sia uno scandalo incredibile – ha detto Pozzo –, lo scandalo è invece registrare una chiamata e renderla pubblica ».

È la linea di molti dei sostenitori del consigliere federale, che non ha intenzione di fare passi indietro. «Intendo reagire ad una manovra subdola –afferma Lotito – ed accertare la responsabilità del sig.Iodice e di tutti coloro che hanno utilizzato, o diffuso, un colloquio abusivamente registrato»«Viene attaccato per impedire il cambiamento», sostengono il patron della Reggina (LegaPro) Lillo Foti, e il presidente del Como, Pietro Porro. Lunedì in assemblea di LegaPro, che pure non discuterà dei temi più scottanti come era stato chiesto dagli oppositori della linea Macalli-Lotito, alcuni nodi potrebbero venire al pettine Meno indulgenti con il patron biancoceleste alcuni tecnici, come Allegri o Gian Piero Gasparini, critici soprattutto sul ragionamento secondo cui le piccole non dovrebbero avere spazio in serie A: «Squadre come il Carpi e il Frosinone vivono un sogno e queste sono cose che non si possono togliere», ha affermato il tecnico del Genoa, mentre l’allenatore della Juve, è andato anche più in là, sostenendo che «il calcio italiano deve riacquistare credibilità a livello mondiale». Amaro il presidente del’Aic, Damiano Tommasi:«Queste cose succedono quando il progetto sportivo non è al centro delle decisioni. Certo non si può passare sopra a queste situazioni».

Spiritoso l’intervento del pur arrabbiato allenatore Nenad Bjelica, il cui Spezia ha affrontato oggi proprio la pietra dello scandalo Carpi rischiando di perdere per un rigore generoso concesso agli emiliani: «Dopo le dichiarazioni di Lotito fischiare contro le squadre che sono state nominate può essere molto pericoloso – ha detto il tecnico croato –. Tale discorso alla fine si ritorcerà contro le squadre che non sono state chiamate in causa, e quasi avrei preferito che fosse stato nominato anche lo Spezia».

Fonte: ansa

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