L’ANALISI di ROMA-JUVENTUS Keita evita i festeggiamenti di una Juve “molto italiana”

L'Analisi
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“Abbiamo bisogno della massima fiducia per tornare a rischiare in campo. Solo con la fiducia potremo tornare a vedere la tecnica dei nostri grandi giocatori”. Parole di Rudi Garcia al termine di Roma-Feyenoord. “La Juventus ha mostrato di avere una fiducia, una consapevolezza che a noi ancora manca”. Firmato Seydou Keita al termine dello scontro diretto che doveva, per la Roma, riaprire il campionato. Dieci giorni dopo l’amaro pareggio di Europa League poi trasformato in qualificazione a Rotterdam, la Roma deve ricominciare da capo. Settanta (70!) minuti di lentezza, di mancanza di cattiveria, bloccata dal baricentro basso e dal contropiede disegnato da Allegri che per il pareggio avrebbe firmato. Il sesto pareggio consecutivo in casa dei giallorossi arriva con una reazione di nervi arrivata negli ultimi venti minuti, in 10 uomini e sotto di un gol dopo l’espulsione di Torosidis e la pennellata neanche troppo irresistibile di Tevez. Con gli attaccanti costantemente raddoppiati, Pjanic è stato un fantasma. Solo gli innesti dei veloci Florenzi e Iturbe ha dato la scossa alla Roma, giunta al pareggio col colpo di testa di Keita. Ma il primo tiro della Roma è arrivata al 71′ con uno stacco di Manolas in mischia. Troppo poco per credere di meritarsi lo Scudetto, anche se i rimpianti non arrivano da stasera ma da tutte le partite fallite dopo il 30 novembre.

LE SCELTE – Garcia conferma la formazione uscita vittoriosa da Rotterdam con il solo De Sanctis che riprende il suo posto di titolare tra i pali. De Rossi e Keita mediani, Pjanic libero di svariare tra centrocampo e trequarti per innescare, insieme a Totti, i movimenti di Ljajic e Gervinho. Allegri sceglie la solidità dei tre centrali con la velocità e la duttilità di Caceres ad affiancare Bonucci e Chiellini, più i ripiegamenti di Lichtsteiner e Evra sugli esterni. Fuori Pirlo, in panchina Pogba, trio inedito in mezzo con Pereyra e Vidal ai fianchi di Marchisio. In avanti Morata e Tevez.

POSSESSO MOVIOLA – Aggressiva ma poco lucida. La Roma alza subito la pressione sulla Juventus. I bianconeri non cadono nella trappola “nervosa” e rimangono uniti e compatti nel 5-3-2 disegnato da Allegri. Zero spazi tra le linee per Totti e Ljajic, baricentro basso per assorbire i tagli (pochi) di Gervinho. Dall’altra parte Pereyra gioca alla perfezione, strappando palloni alla lentezza proposta da Keita, De Rossi e Pjanic e riproponendosi costantemente in sovrapposizione a Tevez e Morata. E’ l’ex Udinese la scheggia impazzita che spaventa la Roma, anche se, alla fine dei primi 45 minuti, l’unico pericolo per De Sanctis lo crea Manolas con una chiusura su Morata puntuale quanto vicino all’autogol. Torosidis porta a casa un’ammonizione inutile, seguito più tardi da De Rossi. L’altro squillo juventino arriva al 41′ con Pereyra che vince due contrasti e lancia Tevez in un contropiede tre contro due: bravo Manolas a temporeggiare e portare l’Apache verso l’esterno, lasciandogli il diagonale come unica soluzione. Palla larga con deviazione del greco.

MEGLIO IN 10 – La Juve non ha nessuna intenzione di alzare il baricentro, non scopre mai il fianco alla presunta velocità dei romanisti. Pjanic continua il suo valzer a tutto campo, corsa sulle punte e passaggetti mai più lunghi di cinque metri. Ljajic prova a rischiare ma al 4′ finisce per regalare un ottimo contropiede a Pereyra e Vidal. La conclusione del cileno termina larga. La Roma comincia ad arrivare costantemente seconda sul pallone e Orsato fa fioccare i gialli. Cartellino a Pjanic e Yanga-Mbiwa: il francese, diffidato, salterà il Chievo. Al 18′ Torosidis, più o meno involontariamente sulla corsa, aggancia Vidal al limite dell’area: secondo giallo e punizione per Tevez che non sbaglia. Palla a giro, lenta, sopra la barriera messa male dalla statua di De Sanctis. Gol n°15 del fenomeno argentino. Sotto di un uomo e di un gol inizia la partita della Roma. Garcia inserisce Florenzi per Ljajic. Manolas al 22′ salva in scivolata su una botta di Tevez in area a colpo sicuro. In due minuti fuori Totti e De Rossi, dentro Iturbe e Nainggolan. L’argentino con Florenzi crea venti minuti di scompiglio sulla fascia e, soprattutto, prende la punizione da cui nasce il pareggio. Minuto 32 della ripresa, Chiellini lo stende con la sua consueta irruenza. Florenzi pennella sul secondo palo per Keita che batte Buffon e porta Marchisio a mettersela dentro da solo. 1-1.

Gli ultimi dieci minuti si sveglia la Curva Sud, stranamente in tono minore per 80 minuti. Ruggisce il pubblico romanista sull’occasione sprecata da Iturbe proprio a dieci dalla fine. Nainggolan lo libera alla conclusione dal limite, posizione ideale per esplodere il sinistro. L’argentino non prova il tiro, salta Marchisio con una finta e calcia largo di punta in coordinazione precaria. Gli ultimi minuti diventano una sfida tra pugili suonati e alla fine è De Sanctis quasi a rinunciare all’assalto finale ritardando clamorosamente tre rilanci dal fondo.

A cura di Daniele Luciani

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