As Roma, La conferenza stampa di Torosidis e Sabatini

Presentazione del greco ai giornalisti presenti a Trigoria

Vasilis Torosidis
Vasilis Torosidis

ASROMA CONFERENZA STAMPA TOROSIDIS / ASROMALIVE.IT – Prima conferenza stampa con la maglia della Roma per Vasilis Torosidis accompagnato dal direttore sportivo Walter Sabatini.

Queste le parole pronunciate dai due nella sala stampa del Fulvio Bernardini a Trigoria:

-Elena Turra espone brevemente come si svolgerà la conferenza stampa.

Sabatini: Torosidis è un calciatore che abbiamo voluto prendere per nostre mancanze, ci sono stati calciatori dai quali ci aspettavamo un recupero, come Dodò, o una buona condizione, come Balzaretti. Ci è rimasto sano a giocare Piris e abbiamo completato il reparto in maniera selettiva, non ci sarebbe servito uno specifico terzino sinistro, ma un calciatore che avesse potuto supplire a tutti e due i ruoli. Lui lo sa fare molto bene, si tratta di un ragazzo esperto, con 300 partite nell’Olympiakos, condite con tante gare di Champions ed Europa League e da una cinquantina di gare in nazionale. Gli ringrazio di aver scelto la Roma, avrebbe potuto fare altre scelte ma ha accettato in extremis la Roma e quello che può offrirgli. Ho un ricordo doloroso di lui, l’ho incontrato in Champions League quando lavoravo alla Lazio e ci eliminarono nel girone. Lui fece una partita di grande rilevanza.

A Torosidis:

Come giudica la sua prova e della squadra?

E’ presto per giudicare, io posso fare solo autocritica e sperare che l’allenatore mi metta in campo. Poi potrò giudicare me stesso e la squadra.

Può giudicare l’atmosfera?

L’ambiente mi ha accolto benissimo, sono ragazzi eccezionali, un gruppo che mi ha accolto come se ci stessi da anni.

Quali sono i margini di miglioramento?

Devo lavorare di più a livello personale e di gruppo poi sarò inserito nei meccanismi tattici della squadra.

E’ la squadra più forte dove hai mai giocato?

Non posso fare paragoni, giocavo in una squadra importante nel mio paese, ma ho fatto un salto importante in questo club riconosciuto in Europa.

Perchè la Roma è all’ottavo posto?

Non posso giudicare, perchè non ho avuto modo di vedere tutte le partite della Roma. Giudicando il gruppo e il talento la squadra non dovrebbe trovarsi a questo punto. Io lavorerò per far arrivare la Roma dove merita.

Ti dispiace non partecipare alle Coppe? Perchè il 35?

La Roma merita la Champions, io sono abituato a lavorare sotto pressione lo stesso vorrei fare qui. Farò di tutto per farla arrivare dove le spetta. La scelta del numero è casuale, visto che mi ha portato fortuna in tutti questi anni non l’ho mai cambiato.

Cosa è cambiato che questa volta ha scelto la Roma?

Non è stata una scelta casuale, ero una scelta della squadra da tempo. Sono contento, “meglio tardi che mai”.

C’è un tuo connazionale in squadra, molto criticato. Hai parlato con Tachtsidis? Ti preoccupa il fatto che i tifosi possano fischiarti?

Sono abituato a lavorare sempre sotto pressione, anche tutt’ora che sta avanti di 14 punti sulla seconda. Accetto le critiche, ben vengano, mi fanno bene come gli applausi. Farò in modo di meritare più applausi che critiche.

Cosa hai pensato di una situazione ambientale così difficile?

Il gruppo è importante, le pretese dei tifosi sono normali. Mi aspettano le critiche e la pressione, faremo in modo di far arrivare la Roma in alto.

Come è stato il tuo impatto con Zeman? Cosa voleva da te ieri?

Zeman mi ha accolto benissimo, ieri mi ha chiesto solo di attaccare senza dimenticare di coprire le fasce. La Roma deve giocare in attacco, spero di inserirmi presto nei suoi schemi e nelle sue tattiche.

Dall’estero il campionato italiano conserva il suo fascino? Perchè Roma e non Londra dato che eri molto vicino al Fulham?

Il campionato italiano è uno dei tre o quattro più importanti del mondo, dove c’è più gol e più spettacolo, sono onorato di giocare in questo campionato. Tra le due offerte, non potevo che scegliere la Roma, data la sua importanza a livello mondiale.

Cosa pensi degli allenamenti di Zeman?

Non posso sbilanciarmi ognuno ha la sua filosofia. Zeman insiste sulla resistenza e sull’attacco ed è giusto perchè il calcio deve offrire spettacolo. Il suo allenamento mi offrirà gli spunti per migliorare a livello personale.

Dove ti trovi meglio a giocare? Alcuni tuoi colleghi hanno avuto problemi con la fase difensiva… La cosa ti preoccupa? Ne hai parlato con gli altri?

Io sono un terzino destro, ma non significa che non mi possa adattare in altri ruoli. Dove il mister mi vedrà più utile, mi adatterò alle sue idee. Non posso giudicare, posso dire che abbiamo giocato all’attacco, siamo stati sfortunati, questo gioco mi piace. Spero che potremo migliorare senza rimanere troppo scoperti.

Ti hanno descritto come vanno le cose qui?

Gli ambienti sono caldi, sia quello di Roma che di Atene, mi fa piacere. Le grandi squadre nascono da grosse pretese, ben vengano, le accetto, come le ho sempre accettate. Io lavorerò per portare la Roma in alto.

A Walter Sabatini

Si sta consumando un finale di rapporto con Zeman?

No, si sta vivendo, alcune cose andrebbero rivisitate. Il valore della partita contro il Bolgona è stato oscurato da un preambolo, quello che hanno detto Zeman e Baldini. Credo rientri nel gioco delle parti, uno dice una cosa e un altro risponde educatamente. La partita è stata bruttina, ma stiamo celebrando funerali che non meritiamo, non sono contento dei risultati, ma non siamo dentro uno scivolo. 

Zeman è a rischio?

La Roma lo ha scelto, quasi in maniera euforica, pensando che avrebbe fatto prevalere una voglia di calcio positivo, arrogante, prepotente, che volesse schiacciare l’avversario. In questo ci è riuscito, era un nostra forte esigenza. Crediamo che i nostri tifosi meritino una squadra che merita un calcio del genere, se anche faremo dei correttivi li faremo in questa direzione. E Zeman lo ha fatto, la Roma ha il migliore attacco della serie A. Con molto coraggio ha capito le potenzialità di calciatori che potevano essere migliorati, Lamela, o scoperti. Se arriva una situazione di poca soddisfazione, ci fermeremo a interrogarci circa i motivi che ci hanno portato a fare cose non congrue alla richiesta. Siamo in una fase di studio, che contempla marginalmente la possibilità di cambiare allenatore. Anche se noi siamo contenti e non condizionati dalle sue dichiarazioni che sono state vendute come un attacco ai dirigenti che noi comunque non abbiamo percepito. Non mi sono sentito sfiorato, ho rilevano alcune cose giuste e altre meno giuste. La questione del regolamento l’h considerata pigra, dal momento che lui sa che un regolamento esiste e vorremmo farlo per “Il calciatore della Roma” coloro che verranno negli anni. Qui c’è una società attiva che non si vede sul campo, quel calciatore dovrà rispondere ad un regolamento particolare, non le regolette che girano da 20 anni. In merito all’indisciplina, il gruppo non può essere attaccato come non in gamba: sono educati, fortissimi interiormente, magari qualche esuberanza, birichinata c’è sono ragazzi, ma anche persone serie. Noi mai abbiamo incrociati giocatori non votati alla causa, anche se con le loro debolezze.

Non pensa si siano accumulati tanti problemi irrisolti accampando scuse? E’ il momento di una presa di responsabilità?

Noi sappiamo di dover prendere delle responsabilità, ma abbiamo notato delle cose proposte in maniera sbagliata. Cito, per esempio, l’arrivare con il sofismo di fine settimana: ogni volta non si parla mai di calcio, anche se voi siete i promotori di questa distrazione, invece viene fuori la disciplina che invece è ad appannaggio di un allenatore. La società vigila, ma la disciplina spicciola, quotidiana, la buona educazione è una prerogativa dell’allenatore con il sostegno della società che appoggerebbe ogni sua sanzione. Difficilmente qui ho sentito parlare di calcio. Questa è responsabilità dell’allenatore e vostra, ma voi fate il vostro mestiere. Mi piacerebbe però parlare di più della partita.

Quanto durerà la sua riflessione?

Se vuole dire se venerdì prenderemo un allenatore, non ti voglio rispondere. Siamo in una fase di riflessione. 

Qual è stato l’errore più grande di Zeman e il vostro errore da dirigenza?

Per me non è un errore aver riportato Zeman, che ci ha dato cose importantissime e godute: l’idea di essere una squadra con il migliore attacco della serie A, di aver messo in campo un ragazzino di 18 sono cose che ci lascerà o lascerebbe. Non mi rammaricherò mai di aver preso Zeman.

La partita contro la Fiorentina è la migliore? E’ un segnale da seguire?

Quella partita l’ho vissuta bene, perchè la squadra ha reclutato altre qualità, che a volte erano mancate. Ha avuto la forza, la ferocia di vincere la partita. Non più bella della partita contro il Milan. Da un punto di vista emozionale è valsa di più, ce la siamo giocata in maniera epica. Zeman ha dimostrato che può fare tante cose nel calcio, ma è una scelta che appartiene a lui e noi la rispettiamo.

State cercando un altro allenatore? Lei ha un contratto in scadenza, dipende dai risultati se resterà o dalla società?

Voi traducete le cose giornalisticamente, questa società sa quello che fa e dove vuole andare perchè mi ha trasferito i suoi progetti: costruire cose inimmaginabili. Mi sento in questa vicenda solo una persona delle tante. Io accetterò di continuare solo se sarò certo di aver fatto il massimo e fatto bene. Solo se le due cose coincidano e non sempre succede.

No, non stiamo vagliando candidature, non più del solito. Io ho collaboratori, è un vizio professionale, un dovere. Appena vedo una squadra vincere tre partite mi informo sull’allenatore, sempre ci si guarda intorno.

Se Zeman merita la conferma, possa peggiorare la prestazione della squadra?

Tra i problemi c’è incrancrenirsi di alcuni rapporti, si crea confusione. E’evidente che alcuni giocatori dovranno essere recuperati alla causa. Io con l’allenatore mi esprimo raccontando la mia idea, ma in totale autonomia. Ci deve essere una normalizzazione dei rapporti con tutti, la squadra deve essere più unita intorno ad un progetto tecnico.

La Roma ha bisgono di un allenatore normale?

Sì ma che abbia carisma e la capacità di convincere che sta costruendo qualcosa di importante. Lo valuteremo più avanti.

Cosa influenzerà le vostre valutazioni? Anche l’opinione della squadra?

Non ho mai ascoltato il parere di un giocatore sull’allenatore, un dirigente non si consulta con la squadra se no ci sarebbe la dittatura dello spogliatoio. E’ un errore consultarsi per un allenatore. Fu decisivo il pianto di Zeman a Pescara, che ci ha presi. Forse è arrivata l’età dell’emozione anche per lui. Alla stessa maniera, basterebbe molto meno, vederlo relazionarsi in una certa maniera, vedere una certa intensità, furore. Basta poco per sospendere una decisione o cambiarla. Siamo in attesa, parlando anche con Zeman, per venire fuori da questa situazione. Dobbiamo essere una squadra sempre.

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