CALCIOSCOMMESSE Parisi: “Gli ultrà del Bari ci chiesero di perdere delle partite”

PARISI , BARI CALCIO 2009 -2010
Parisi

«Con una manata tra spalla e petto ci chiesero di perdere le due partite con il Cesena e con la Sampdoria perchè avevano bisogno di soldi. Il giorno dopo, però, ci chiamarono per scusarsi». L’ex giocatore del Bari Alessandro Parisi ha testimoniato oggi in tribunale al processo ai tre ex capi ultrà del Bari, Alberto Savarese, Roberto Sblendorio e Raffaele Loiacono, accusati di violenza privata aggravata in uno dei tronconi baresi sul calcioscommesse. Il calciatore ha detto che l’incontro avvenne nell’aprile 2011, all’esterno del San Nicola. Secondo la Procura di Bari, i tre imputati avrebbero preteso che i loro beniamini biancorossi perdessero due partite (Cesena-Bari del 17 aprile 2011 e Bari-Sampdoria del 24 aprile 2011, tutte e due terminate con la sconfitta dei pugliesi) per fare soldi con le scommesse, sarebbero stati pronti a scatenare la guerra contro gli ultrà del Foggia, avrebbero covato propositi ritorsivi nei confronti di due giornalisti che avevano osato criticarli e avrebbero meditato un’azione punitiva nei confronti dell’ex portiere del Bari Gillet. Raccontando di quell’incontro pochi giorni prima della trasferta a Cesena, Parisi ricorda che insieme con i suoi compagni di squadra Andrea Masiello, Jean Francois Gillet, Massimo Donati, Nicola Belmonte e Sergio Almiron, ebbe un confronto fuori dallo stadio con quattro persone, tra cui i tre imputati. «Dissero di trovarsi in difficoltà economiche – dice Parisi – e aggiunsero che nonostante non vincessimo da tempo, loro non ci avevano mai insultati o contestati e ci lasciavano andare in città tranquilli senza subire incontri spiacevoli. Ci chiesero quindi di perdere le due partite perchè volevano guadagnarci». «Io e i miei compagni – racconta ancora Parisi – non accettammo, perchè quelle cose non le avevamo mai fatte». Dopo 24 ore, durante un nuovo incontro all’esterno del San Nicola, «si scusarono – riferisce l’ex biancorosso – chiedendo di dimenticare tutto e giocare per vincere».

Fonte: Ansa

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