L’ANALISI di MAN CITY-ROMA Spavento e dominio senza colpo del k.o.

L'Analisi
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La Roma esce dal “City of Manchester” con un pareggio strameritato, in una gara in cui era impossibile non soffrire almeno per uno scampolo di gara contro i Citiziens campioni d’Inghilterra. Di fronte a Kompany, Yaya Tourè, Aguero e Dzeko, i giallorossi subiscono un gol dopo centottanta secondi pagando un’errore di Maicon ma reagiscono da grande squadra. Il pareggio col cucchiaio di Francesco Totti è una gemma nella splendida prima frazione giocata dal capitano romanista. La personalità e l’esperienza di giocatori come lo stesso Maicon, Keita e Cole, la classe di Pjanic, l’intraprendenza e la fisicità di Nainggolan e Florenzi. Nella ripresa, dopo l’uscita del numero 10 per un Iturbe formato-sacrificio, la Roma si abbassa, difende e resiste agli attacchi del Manchester City concedendo un’occasione a Silva al 92′ e due tiri da fuori a Lampard e Jovetic.

AGUERO-GOL, POI SOLO ROMA – Colpita a freddo dal rigore di Aguero, la squadra di Garcia non si è disunita, anzi è stato proprio Maicon a suonare la carica: prima palla perfetta di Totti per l’inserimento del brasiliano che fa tremare Hart e la sua traversa. Pjanic, Keita e Nainggolan non mollano un centimetro contro Fernandinho e Yaya Tourè e tengono compatta la squadra con un elastico continuo che lascia l’undici romanista sempre su 30-40 metri di campo. Al 23′ l’essenza del gioco di Garcia: Nainggolan riceve e di prima lancia Totti, partito in linea con Demichelis. Non stoppando il pallone, il belga evita contemporaneamente la chiusura di Kompany e il fuorigioco del capitano. Hart scivola al momento dell’uscita, favorendo l’anticipo di Totti che tocca sotto straordinariamente con l’esterno destro. Gol n°17 in Champions per l’emblema giallorosso, ispiratore di ogni azione. Il City prova a riprendere il pallino del gioco ma ha capito che non può lasciare spazio alla Roma. Clichy sulla trequarti concede un metro a Gervinho, davanti ad Hart diventano tre. Bravo il portiere inglese a chiudere l’angolo all’ivoriano che aveva calciato bene in velocità.

LUCIDITA’ E ORDINE – Al rientro in campo i giallorossi ci mettono ancora tre-quattro minuti per calarsi nuovamente a pieno nel ritmo Champions. Nel primo quarto d’ora è ancora Roma, con Pjanic che spreca due ottime opportunità. Prima da posizione ravvicinata e in un’azione a mille all’ora calcia addosso ad Hart, poi si fa ingolosire dalla conclusione di prima e dal limite col sinistro calcia alto. Al 22′ della ripresa arriva la prima parata di Skorupski (poco impegnato ma comunque positivo) su un tiro velenoso di Lampard. La posizione mobile dell’ex Chelsea infastidisce di più la Roma rispetto a Dzeko. Per non concedergli spazio, il centrocampo giallorosso si abbassa e lascia metri a Tourè che schiaccia la Roma negli ultimi trenta metri. Maicon e Manolas non mollano un centrimetro sul centro-destra, Yanga-Mbiwa e Cole chiudono bene il centro-sinistra, lasciando a Silva e Zabaleta l’unica opportunità al secondo minuto di recupero. Palla sull’esterno sul tocco del folletto spagnolo (il migliore dei suoi) e sospiro di sollievo per la Roma che allo scadere del quinto di recupero può sorridere avendo giocato alla pari contro una delle corazzate d’Europa. Quattro punti in classifica contro l’unico del Manchester. E il 21 ottobre la clamorosa, difficilissima opportunità di giocare contro il Bayern Monaco di Guardiola. Vincere vorrebbe dire primo clamoroso posto. Troppo clamoroso e avanti nel tempo per pensarci.  Perché domenica c’è la Juventus. Si va a Torino, con morale e consapevolezza della propria forza al massimo livello.

A cura di Daniele Luciani

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