Roma, retroscena e calciomercato | La confessione di Petrachi

L’ex dirigente giallorosso ha parlato in una lunga intervista, tornando anche sul suo passato al quale è molto legato.

In questi anni la Roma ha sempre vissuto alti e bassi, un po’ per i risultati scarsi, un po’ per la mancata presenza nella gestione della precedente proprietà e un po’ per il continuo cambio di allenatori che ha coinvolto il club capitolino nel corso di questi stagioni.

Gianluca Petrachi
Gianluca Petrachi ©LaPresse

Uno che nella Roma ci è stato per poco meno di un anno è stato Gianluca Petrachi, direttore sportivo dal giugno 2019 al giungo 2020. Una stagione che l’ex ds comunque non dimentica: “Anche se la parentesi è stata breve, per quanto mi riguarda è stata intensa e ho cercato di dare il meglio di me stesso, e ho lasciato un pezzo di me a Trigoria. Inoltre la tifoseria mi ha sempre colpito e non è una sviolinata”, ha detto ai microfoni di CMIT TV in diretta su Twitch. “Penso di aver svolto un ottimo lavoro prendendo la squadra dalle macerie e tirando su una bella rosa, prendendo Spinazzola, Veretout, Ibanez, Mancini, Smalling e Mkhitaryan”.

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Roma, Petrachi sul passato

Poi è tornato anche sul tema della ‘separazione’ con la Roma, facendo anche qualche passo indietro: “Sicuramente la mia impulsività nel far capire al mio ex presidente ha un po’ pesato, se fossi stato un attimino più tranquillo e pacato sicuramente non ci sarebbe stato niente di tutto questo oppure avremmo avuto un confronto diverso. A parte questo devo dire che non rinnego nulla”, ha continuato l’ex direttore sportivo giallorosso. Tra i tanti temi affrontati c’è anche quello relativo al calciomercato e alle operazioni in entrata, come quella di Pau Lopez: “Posso dire che a posteriori forse l’unico giocatore che non ha reso è stato lui, ma ricordo che è stato pagato 18 milioni e non 30 come dicono. Mi dispiace anche che ad esempio Gonzalo Villar stia trovando poco spazio”.

Gianluca Petrachi
Gianluca Petrachi ©LaPresse

Infine ha parlato anche del rapporto con Paulo Fonseca e dello stesso tra il tecnico portoghese e Edin Dzeko: “Rimane un buon allenatore che avrebbe avuto bisogno di essere aiutato. Anche lui stesso ha ammesso che si era sentito un po’ solo, andava senz’altro sostenuto. Era un allenatore che doveva fare il suo rodaggio. Io sostengo che la figura del direttore sportivo sia di campo, l’allenatore ha bisogno di qualche consiglio. Serve qualcuno che ne contrasti la visione, che lo faccia ragionare. Io penso che la figura del direttore sportivo sia molto importante sotto questo punto di vista”. Infine sul bosniaco: “Era molto senzibile alle tematiche della Roma, ci teneva tanto. Si lasciava quasi andare a qualche piccolo consiglio, detto in maniera sbagliata magari ma sempre a fin di bene. Lite Dzeno-Fonseca?  C’è stata qualche piccola situazione, ma alla fine si sono chiariti, fa parte del gioco, credo che il tutto fosse molto focalizzato sul campo e volevano entrambi che le cose andassero bene per la Roma”.

Pellegrini e Fonseca
Pellegrini e Fonseca ©LaPresse

Ha rivelato poi un retroscena su Jordan Veretout e sul suo acquisto: “Lo chiamai io, lo feci parlare anche con il mister. E’ stato un punto di riferimento per quella nuova Roma che stava nascendo. Devo dire che si era creato un bel gruppo”. Infine ha parlato anche di Lorenzo Pellegrini: “Devo dire che era un vero capitano, anche prima che gli venisse consegnata la fascia si comportava come tale.

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