Roma, da Bratislava a Siena, 6 mesi dopo ancora schiavi dell’evanescenza

I giallorossi confermano i propri ritmi altalenanti in stagione e continuano a mostrare segnali di scrsa concretezza in campo

Ancora tanto da migliorare per Luis Enrique

AS ROMA SCONFITTA CAMPIONATO / WEB – Da Bratislava a Siena, sono passati sei mesi ma la situazione sembra non essere mai mutata; la Roma continua a mostrare segnali di evanescenza e pochezza nel gioco e nei risultati. Una squadra piena di estro e di idee, capace di metterle in pratica in maniera devastante, come nel 4-0 sull’Inter della settimana scorsa, ma anche di scordarsi tutto e restare schiava del suo possesso di palla asfissiante e noioso, come ieri sera nel match di Siena. La mente torna velocemente alla prima uscita ufficiale della banda di Luis Enrique, il 18 agosto scorso, il giorno tra l’altro dell’ufficializzazione del passaggio di proprietà giallorosso al gruppo americano di Thomas Di Benedetto. La squadra, in scena a Bratislava contro il modesto Slovan per i preliminari di Europa League, giocò una gara fatta di mantenimento palla, di scarsi movimenti, di azioni lente e poco concrete, con la difesa scoperta e poco affidabile. La Roma perse 1-0, causa la rete di Kladrubský su calcio d’angolo, cominciando in malo modo la nuova avventura basata sul progetti tecnico dello staff spagnolo. L’attenuante all’epoca fu l’assenza di tanti titolari, con Luis Enrique costretto a schierare uomini come Cassetti, Cicinho, Okaka, Caprari e Brighi, tutti finiti poi nel dimenticatoio. Ieri sera la partita del Franchi è sembrata una sorta di remake dell’incontro di agosto, una Roma sterile e mai pericolosa, schiava del tiqui-taca ma lenta ed impacciata, poi surclassata da un avversario di assoluto rispetto ma di livello pienamente inferiore. Gli errori sono i soliti, quando a sei mesi di distanza sembravano ormai solo un’utopia; ma questo lupo sembra perdere il pelo ma non ancora il vizio di deludere i suoi spettatori.

Keivan Karimi

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