Calcio Internazionale, Carboni: ”Non sottovaluterei Luis Enrique per il dopo Guardiola”

L’ex calciatore ha parlato della successione sulla panchina del Barcellona ma anche della situazione della Roma

Amedeo Carboni contrastato da Luis Figo in una foto del 2005 (Getty Images)

CALCIO INTERNAZIONALE CARBONI LUIS ENRIQUE GUARDIOLA / WEB – Amedeo Carboni è stato uno dei giocatori simbolo della Roma anni ’90: per lui sono state sette le stagioni in giallorosso, più precisamente, quelle dal 1990 al 1997. Dopo essere andato via dalla capitale, il terzino è approdato al Valencia, dove è rimasto fino al 2007. Attualmente è opinionista su Premium Calcio e nel programma Guida al Campionato. Carboni ha rilasciato alcune dichiarazioni a RadioCalciomercato.it su due principali argomenti:

L’addio di Guardiola. ”Mi aspettavo una decisione del genere e mi aspetto che ora si prenda un anno sabbatico dopo quattro stagioni così intense – ha detto al riguardo -. Erede? E’ una domanda da fare al presidente blaugrana e al ds Zubizarreta, anche se credo che la soluzione migliore sia da trovare in casa. Vilanova ha una malattia e si deve curare ma non sottovaluterei la pista che porta a Luis Enrique e quindi bisogna fare attenzione a quello che succederà a Roma. La piazza ha avuto una pazienza enorme. Parecchi giocatori non sono funzionali al credo tattico del tecnico asturiano. Alla Roma servirebbe un difensore rapido ma Kjaer ed Heinze non offrono garanzie da questo punto di vista”.

Benitez ed il possibile approdo alla Roma. Carboni ha parlato anche di un tecnico, accostato in questi ultimi giorni alla Roma, che lui ha conosciuto bene. Si tratta di Rafael Benitez, incrociato dall’ex terzino a Valencia. ”La sua esperienza in Italia non è stata positiva, ma a distanza di qualche anno Rafa potrebbe decidere di tornare in Italia – ha affermato Carboni -. Benitez è molto bravo a costruire l’ambiente, come visto a Valencia e Liverpool, ma una piazza come Roma non so se farebbe al caso suo. Benitez ha una grande esperienza internazionale, avendo allenato in due campionati molto difficili, come la Liga e la Premier League. Non è ossessionato all’idea di fare un calcio spettacolare e bada molto più alla concretezza”.

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