Roma, Giorgio Rossi: “Domenica vorrei essere allo stadio, ma soffrirei troppo”

Le sensazioni dello storico ex massaggiatore che ha lasciato dopo 55 anni di Roma

Giorgio Rossi il giorno dell'addio alla Curva Sud

ESCLUSIVA ROMANEWS.EU GIORGIO ROSSI INTERVISTA / ASROMALIVE.IT –

ESCLUSIVA ROMANEWS.EU – Lo avevamo lasciato tra gli applausi di un Olimpico commosso quando il dg Baldini e capitan Totti gli tributarono omaggio con una targa ricordo: Giorgio Rossi, storico massaggiatore giallorosso, dopo 55 anni di lavoro a Trigoria, ha appeso ‘gli scarpini’ al chiodo. La Redazione di Romanews.eu lo ha contattato per conoscere le sue sensazioni a poche ore dall’inizio della nuova stagione calcistica che non lo vedrà più protagonista con i colori giallorossi.

Come sta signor Rossi?
“Bene, mi manca un po’ la Roma. Però ormai ero arrivato ad un limite e bisogna farci l’abitudine. Mi manca un po’ Trigoria”.

Dopo 55 anni non sarà al seguito della Roma nella prima partita di campionato. Quali sono le sue sensazioni?
“Sono sensazioni bellissime. Vorrei andare allo stadio, ma probabilmente vedrà la partita in televisione. I miei amici vorrebbero portarmi. Ripeto, per me è una sensazione bellissima, però andare allo stadio e non essere lì a bordo campo come ho fatto in tutti questi lunghi anni mi dà una sofferenza. E’ la vita, si tira avanti facendo un grande in bocca al lupo a Zeman. Vito Scala mi ha telefonato dicendomi: ‘vieni già a salutare il Mister e porta però un pacchetto di Marlboro Light, così lo fai felice'”.

Come ha vissuto questa prima estate da ‘pensionato’, lontano da ritiri e preparazioni?
“L’ho vissuta quasi in simbiosi: ogni volta che vedevo la preparazione mi tornavano sempre in mente le sveglie, le colazioni… perché il massaggiatore è sempre il primo ad alzarsi al mattino e l’ultimo ad andare a letto. Ho rivissuto tutte quelle sensazioni ricordandomi di tutti i momenti belli ma anche dei momenti di sofferenza che purtroppo riserva il calcio, specialmente quando si perde. Si vorrebbe sempre vincere perché la cosa più bella del calcio è la vittoria. Non sempre, però, si può vincere”.

Quando lei lasciò tra gli applausi dell’Olimpico non era ancora stata individuata la nuova guida tecnica della Roma: cosa pensa del ritorno di Zeman?
“Penso che è stata una scelta felice. Certo, il duello era tra lui e Montella e io voglio bene anche Montella: l’ho avuto come giocatore e anche alcune panchine. Si intravedeva già lo spirito da allenatore, era uno che vedeva bene la partita. Si intuiva che era un allenatore nato, oltre che un giocatore fantastico”.

Si aspettava le dimissioni di Luis Enrique?
“No, non me le aspettavo. Credo abbia avuto un ripensamento all’ultimo momento. Penso gli sia sfuggito di mano qualcosa. Certo, a Roma siamo abituati ad altri livelli e il tifoso romanista è molto esigente. Abbiamo subito delle sconfitte un po’ pesantucce che hanno fatto veramente male”.

Mi torna in mente il pesante ko di Lecce che vi costò il tricolore: quanto è vivo ancora il ricordo di quella delusione?
“Quella è ancora una pugnalata al cuore. Ci si mise anche il portiere che fece il fenomeno in quella partita, parando tutto quello che c’era da parare. Succede, ci sono delle partite che nascono male: quella purtroppo ci fece perdere lo scudetto dopo una rimonta bellissima sulla Juventus che ci fece recuperare, se non sbaglio, 11 punti”.

Lei che di giocatori ne ha visti passare davvero molti, è soddisfatto dell’ultima campagna acquisti della Roma?
“Penso che la Roma ha fatto una campagna acquisti veramente buona. Certo, bisogna vedere ora la risposta sul campo, ma mister Zeman con il suo carisma e con il suo lavoro farà bene”.

Sono partiti giocatori importanti come Pizarro, Simplicio, Heinze e lo stesso Borini: a chi era più affezionato?
“A Pizarro. Ogni tanto gli facevo una battuta: gli dicevo che quando entrava in campo lui, entrava la luce. Ed era vero: quando lui entrava, illuminava il gioco. Qualche volta teneva tropo la palla, però è un grande giocatore. Lo vedo molto bene alla Fiorentina“.

De Rossi, soltanto pochi giorni fa, ha ribadito il suo amore per questi colori e la sua volontà di rimanere alla Roma a dispetto di offerte faraoniche. Lei se lo aspettava?
“Io sì, conoscendo Daniele sì. Lui vuole bene a Roma. E’ nato a Ostia e quella maglietta ce l’ha stampata addosso. Certo nel mondo del calcio è tutto possibile: alcune volte, anche quando si crede alle bandiere, si può rimanere delusi. Così come io rimasi male per la partenza di Di Bartolomei che quell’anno andò al Milan: lui si sentiva romano, ma quella fu una grossa mancanza. Pensando poi che si è suicidato nel giorno dell’anniversario della sconfitta nella Coppa dei Campioni, è un ricordo tremendo”.

Può fare un suo in bocca al lupo personale alla Roma che va ad affrontare tra poche ore la nuova stagione?
“Mi auguro che questa Roma vinca. In bocca al lupo a Zeman, a Totti, a De Rossi e a tutta la squadra. Un abbraccio!”.

Giulia Spiniello

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