Roma, Balzaretti: “Vogliamo far divertire i tifosi con un calcio propositivo”

Balzaretti parla della sua voglia di far bene con la maglia della Roma e della sfida di domenica contro i nerazzurri

Federico Balzaretti, colonna portante della difesa giallorossa

ROMA BALZARETTI MESSAGGERO / ASROMALIVE.IT – Il neo-giallorosso Federico Balzaretti, intervistato da “Il Messaggero”, parla di sé e della, ormai, sua Roma dove è una colonna importante del 4-3-3 zemaniano. Qui di seguito un frammento dell’ intervista:

Il suo idolo da bambino?

«Paolo Maldini, un autentico fuoriclasse».

Da juventino ha vinto nel 2006 uno scudetto che non esiste.

«Per me esiste eccome, lo sento mio, ho lavorato un anno intero per vincerlo. Se l’hanno tolto alla Juve, non l’hanno tolto a Balzaretti».

Alla Roma non è arrivato da svincolato ma esterno-top player.

«Ci sono arrivato al momento giusto della mia vita e della mia carriera».

Merito dell’Europeo?

«È stata una vetrina importante, soprattutto per la popolarità che mi ha regalato, ma anche prima avevo fatto cose buone. Ogni anno nella mia carriera c’è stato un miglioramento, un passo in avanti. E di questo ne sono felice. Io non amo il tutto e subito».

È un messaggio indiretto ai tifosi della Roma?

«Forse. Devo ammettere che il post Catania mi ha molto sorpreso…».

Cioé?

«Da squadra da scudetto la Roma è passata in zona retrocessione o quasi… Possibile? Per crescere ci vorrebbe maggiore equilibrio. Per come sono fatto, io ripenso al Catania e mi tengo stretta la doppia rimonta e la considero un dato positivo. I successi si costruiscono anche attraverso le sconfitte o i passi falsi: il nostro viaggio è appena cominciato, impossibile essere già perfetti».

Il vostro viaggio domani farà tappa a Milano.

«L’ Inter la inserisco tra le favorite per lo scudetto. Ha giocato più di noi, quindi ha avuto più possibilità per perfezionare schemi e automatismi».

Ha fissato un obiettivo stagionale?

«Portare la gente allo stadio e farla divertire con un calcio propositivo, offensivo, spettacolare. Creando un tutt’uno tra tifosi e squadra. Non è complicato, si può fare».

Sta imparando a conoscere Totti?

«Mi è bastato stargli un attimo accanto per rendermi conto della differenza tra lui e un giocatore normale».

De Rossi della Roma è lo stesso che ha conosciuto in nazionale?

«La Roma è la sua vita, qui e in azzurro. Lui e Totti sono la prova provata di cosa sia il senso di appartenenza. Trasmettono valori con l’esempio, stando sempre in prima fila e mettendo a disposizione gli altri le loro qualità, e non con le chiacchiere».

 

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