Serie A, le dichiarazioni di Beretta sulla legge sugli stadi e sul calcio italiano

Il presidente della Lega di Serie A ha parlato del livello del campionato in corso, della politica dei giovani effettuata da Prandelli e degli stadi di proprietà

Il presidente della Lega di Serie A Maurizio Beretta (Getty Images)

SERIE A BERRETTA / ASRMALIVE.IT – ”Procedure certe e tempi rapidi”. Queste sono le parole d’ordine con le quali, secondo Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, il governo deve procedere nell’attuazione della legge sugli stadi. ”Noi spingiamo, dalla nascita della Lega di Serie A, per avere una legge che consenta alle società di calcio di avere impianti di proprietà e direttamente gestiti dalle società medesime – ha aggiunto nel corso di un intervento a Radio Crc – .Questo andrebbe a rappresentare un grande salto di qualità nella capacità di governare gli impianti e consentirebbe alla società di far vivere questi luoghi e questi impianti sette giorni su sette e non soltanto in quelle pochissime ore in cui c’è la partita, con tutta una serie di attività correlate. Nel calcio inglese, tedesco e spagnolo – ha aggiunto- la gestione diretta degli impianti in cui si gioca rappresenta un salto importante nei ricavi. In Italia le entrate dello stadio vanno dal 12% al 17% del complesso dei ricavi. Nei paesi in cui gli stadi sono di proprietà delle società, questi rappresentano circa un terzo dei ricavi sociali”.

Beretta è poi tornato a parlare della legge: ”Il Senato presento’ un ottimo testo di legge nel 2009. Nell’autunno del 2009 dunque si sperava che questo progetto rappresentasse la base per una rapida approvazione da parte della Camera che invece l’ha valutato a lungo, l’ha modificato e finalmente, dopo lunghi dibattiti e confronti, è riuscita ad approvare un testo prima delle vacanze estive. Ovviamente è un testo diverso per cui c’è bisogno di un ulteriore lettura da parte del Senato medesimo. Ci auguriamo – ha puntualizzato- un’approvazione rapida, una capacità vera del testo normativo di consentire procedure certe, tempi rapidi e quei meccanismi di compensazione che consentiranno al nostro Paese di essere l’unico a costruire stadi di nuova generazione senza chiedere al contribuente un solo euro”.

L’argomentazione si è poi spostata sul campionato di Serie A: ”Napoli in lotta per il tricolore? Non sono nelle condizioni di fare pronostici sportivi. Però credo sia un po’ la cronaca di questi anni cioè di un campionato italiano in cui i protagonisti sono tanti e questo fa la differenza dell’Italia rispetto ad altri Paesi dove ci sono importantissimi protagonisti ma dove la storia è sempre la stessa”.

Infine il numero uno della Lega di Serie A ha commentato le decisioni tecniche di Prandelli: ”Non sono in grado di dare giudizi sulle scelte tecniche. Il lavoro che viene fatto dalle società di appartenenza dei calciatori è quello di far crescere i giocatori, di allenarli nel modo migliore e portarli ad essere grandi protagonisti nel mondo del calcio. Questo lavoro ha ovviamente dei riflessi positivi nel mondo della Nazionale dove si innesta il lavoro del commissario tecnico. E’ quindi un cocktail che ha bisogno di tutte queste componenti. Credo che il calcio italiano – ha concluso – continui ad essere una delle realtà più importanti a livello mondiale, ha giocatori di talento sia esperti che giovani. C’è stato un ricambio importante e credo che possiamo guardare al futuro con il giusto grado di ottimismo”.

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