Roma, Sansovini: “Roma, se credi in Zeman raccoglierai i frutti”

L’ attaccante, protagonista del ritorno in A del Pescara, spiega quanto è importante la filosofia e il gioco del boemo per una squadra che punta a traguardi importanti

Marco Sansovini, ex attaccante del Pescara ora in forze allo Spezia

ROMA SANSOVINI ZEMAN / ASROMALIVE.IT – Marco Sansovini, attaccante attualmente allo Spezia che lo scorso anno con i  suoi 16 gol ha contribuito al ritorno in Serie A del Pescara, è stato intervistato dall’ emittente radiofonica Centro Suono Sport, spiegando che se la squadra segue le parole di Zdenek Zeman può puntare a traguardi importanti. Qui di seguito le sue parole:

Su Zeman:

 “Il suo credo è il lavoro. Con lui si lavora tantissimo, non solo in ritiro ma anche durante la settimana e per tutta la stagione. Da lui un giocatore non deve aspettarsi grandi complimenti ma continui insegnamenti. Il mister è uno che punzecchia sui difetti: grazie a questo suo modo di fare molti calciatori li hanno eliminati e sono migliorati. Se uno si applica e crede a Zeman al 100%, alla fine raccoglierà i frutti”.

Nella tua carriera hai sempre ricoperto il ruolo di punta centrale. Con Zeman ti sei adattato a fare l’esterno, un po’ quello che accade oggi a Totti. Come hai vissuto questo spostamento?

“All’inizio non ero molto convinto poi però, lavorandoci sopra, ho capito che potevo farcela. Infatti, alla fine ha avuto ragione il Mister. Totti si troverà benissimo in questo ruolo già ricoperto del resto in passato proprio Zeman. Al Capitano non posso dare consigli ma solo dirgli di spronare i suoi compagni al sacrificio e a crederci perché quest’anno la Roma può fare grandissime cose”.

Che movimenti deve fare l’esterno d’attacco zemaniano?

 “Deve giocare sui tagli alle spalle dell’avversario buttandosi nello spazio. Facile da capire ma difficile da spiegare. E’ di certo un ruolo che richiede un grandissimo dispendio di energie”.

Sei romano e romanista, cresciuto nelle giovanili della tua squadra del cuore, riesci a conciliare tifo e professione?

“Vi confesso che nell’anno dello Scudetto, quando da professionista giocavo col Viareggio, feci diverse trasferte, tra cui quella del lunedì dei parrucchieri a Firenze. Ero all’ Olimpico come raccattapalle quando Francesco Totti segnò il suo primo gol in carriera al povero Franco Mancini, allora portiere del Foggia di Zeman”.

 

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