Arbitri, Rizzoli: “Errori si, ma non sudditanza psicologica”

Rizzoli parla di arbitri

Nicola Rizzoli
Nicola Rizzoli

RIZZOLI ARBITRI / ASROMALIVE.IT – Nicola Rizzoli ha commentato ai microfoni di Sky Sport l’annata della sua categoria, quella degli arbitri:

Un bilancio del 2012?
“Il nostro anno è stato impegnativo e difficile. Non vorrei dire che è andato tutto bene, ma sono sicuro che abbiamo dato il massimo. Siamo passati attraverso a un Campionato Europeo che ha cambiato un po’ il nostro modo di arbitrare, portando la novità dell’aggiunta anche dell’arbitro addizionale. Ci siamo resi disponibili ad organizzare una cosa molto complicata. Per il 2013 mi auguro che tutti gli arbitri abbiano una stagione serena e possano far divertire i tifosi”.

Un giudizio sugli arbitri di porta?
“Bisogna ricordare a tutti che l’arbitro è quello che decide e non può essere vincolato in alcuna maniera dall’arbitro di porta. E’ un ruolo che non entra in conflitto con quello dell’arbitro, ma soltanto di supporto. Va a coprire una zona di campo che prima era difficile da coprire. Serve ad avere un maggiore controllo, l’arbitro addizionale non può intervenire per far cambiare la decisione del direttore di gara. Può dare un consiglio, ma non interviene in maniera specifica su valutazioni che non sono di sua competenza. Il suo compito principale è il gol-non gol o qualche altra situazione nella sua zona territoriale”.

L’episodio di Catania-Juventus? 
“E’ impossibile che l’arbitro addizionale possa intervenire su un fuorigioco. In ogni caso, era una situazione estremamente difficile, purtroppo è stata presa la decisione sbagliata”.

La sudditanza tra gli arbitri?
“Non dico che avere un giudice di porta di esperienza non possa influire in qualche decisione, ma questa esperienza, o personalità, è soltanto messa al servizio del direttore di gara. Per arrivare ad arbitrare in Serie A ogni direttore di gara deve avere una grande personalità, l’esperienza è messa a supporto esclusivamente per loro. Non c’è sudditanza”.

L’arbitraggio all’estero?
“C’è un rispetto maggiore delle decisioni arbitrali, è un approccio diverso alla partita. Lo si sente tra giocatori, tra arbitri, tra dirigenti e tutti gli altri. Non dipende solo dall’arbitro quanti fischi si fanno. Nelle partite la differenza la fanno i giocatori e il loro approccio alla partita”.

Il rapporto tra gli arbitri e la stampa?
“Parlerei nei postpartita senza problemi, non abbiamo la presunzione di pensare che tutte le nostre decisioni siano corrette. In ogni caso, il fatto che sono qui oggi a parlare con voi è la dimostrazione di un’apertura al dialogo tra gli arbitri e i media”.

Il gol annullato a Montolivo nel derby di Milano?
“In un’azione come quella del gol, è l’arbitro di gara che prende la decisione. Il giudice di porta può dare soltanto un supporto. In una situazione come questa, bisogna ricordare che all’interno dell’area piccola il portiere non può essere caricato, mentre all’esterno è l’arbitro a valutare la tipologia del contatto. E’ a discrezione dell’arbitro. Mi dispiace per Montolivo perché aveva fatto un gran gol. Annullare una rete del genere è sempre un peccato”.

Un errore durante un match può condizionare l’arbitro?
“Non è una cosa semplice non farsi condizionare da eventuali errori che vengono riportati nell’intervallo. Un arbitro di qualità, però, non deve lasciarsi influenzare da tutto questo”.

Vedere un replay? 
“Non è una cosa semplicissima, anche in questi casi ci sarebbero diverse interpretazioni. Dipende dalla situazione, per alcune cose mi fido di più della sensazione del campo piuttosto di un’immagine rallentata”.

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