RAZZISMO Malagò: “Dobbiamo evitare il disastro delle partite a porte chiuse”

Il neo presidente del Coni Giovanni Malagò
Il neo presidente del Coni Giovanni Malagò

Mi permetto di dire che dobbiamo tornare tutti con i piedi per terra e a usare il buonsenso visto che c’e’ una novita’ e che onestamente questa legge va un po’ troppo a penalizzare chi di fatto diventa la vittima, ovvero le societa’, per il problema della responsabilita’ oggettiva”. Il presidente del Coni, Giovanni Malago‘, interviene cosi’ sulla questione dei cori territoriali a margine della presentazione del Torneo internazionale a squadre citta’ di Roma Angelini di bridge, illustrato oggi nella sede del Coni al Foro Italico a Roma. “C’e’ una novita’ -prosegue Malago’-. Dopo tanti anni, direi qualche decennio, negli stadi italiani abituati a cori sbagliati piu’ o meno beceri, ironici e piu’ o meno violenti, si e’ scoperto che questo cosa non va bene o non puo’ piu’ andare. Sulla base di un regolamento, questo regolamento e’ stato recepito dalla federazione integrandolo con la parola territorialita’, quindi come ho gia’ detto, non si possono fare discriminazioni nelle discriminazioni. Detto questo a monte c’e’ l’Uefa che ha fatto capire che ci deve essere tolleranza zero sotto il profilo della discriminazione”.

“Facciamo in modo che, anche e soprattutto per poche persone che in maniera inaccettabile esprimono la propria opinione, non ci si ritrovi con tutta la comunita’ del calcio, a cominciare dagli altri tifosi, di non poter vedere le partite –prosegue Malago’-. Per cui bisogna correre ai ripari urgentemente e trovare una soluzione che da una parte rispetti la Uefa e dall’altra non faccia vedere disastri come possono essere le partite a porte chiuse perche’ li’ perde solo il calcio. Soluzioni? In teoria il biglietto nominale e la tessera del tifoso dovrebbero servire esattamente a cio'”

“Questa e’ una ulteriore spinta a sbrigarci a fare la legge sugli stadi perche’ ancora di piu’ probabilmente si individuano bene le persone, si isolano certe frange della tifoseria, si crea un clima e un contesto sociale diverso oltre a nuove dinamiche culturali. E’ chiaro che la soluzione va trovata un po’ prima della legge e della realizzazione degli impianti ma e’ tutto in quella linea li'”.

“Qualche settimana fa e’ uscita una ricerca di mercato abbastanza eloquente sul fatto che il calcio negli ultimi anni ha perso un certo tipo di tifosi, la ricerca -prosegue il numero uno dello sport italiano– sosteneva che nello stadio c’e’ sempre piu’ incidenza delle tifoserie ultra’, una componente fondamentale e bellissima, ognuno di noi tifosi si sente in qualche modo un ultra’, ma il problema e’ in quale modo si esterna il proprio essere ultra’”.

Fonte: AdnKronos

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