AS ROMA Totti: “Col pallone sono cresciuto e ci morirò. La mia ultima partita sarà bella ma terrificante”

Totti
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Tre protagonisti eccellenti e un grande assente, in un numero speciale di GQ Italia, in edicola da oggi, dedicato al Mondiale di calcio in Brasile, con quattro straordinarie cover differenti: Balotelli, Pirlo, Prandelli e Totti, interviste esclusive, inchieste e reportage sulla situazione economica e sociale del Paese che il prossimo anno ospiterà anche i Giochi olimpici.

Il capitano della Roma, fotografato da Alex Majoli, ha accettato per la prima volta di immaginare con il mensile il momento bello e terrificante in cui dovrà dire addio al calcio:

“Sinceramente non ho ancora pensato a come sarà la mia ultima partita. So che sarà bello, emozionante e vissuto davanti ai tifosi della Roma. Ma sarà anche terrificante. Vorrà dire che sono di fronte alla fine del sogno realizzato, in cui vivo da oltre 20 anni. Non oso neanche immaginare la reazione della gente. So che il momento si avvicina, però non c’è mai una fine. E sarò io il primo a gettare la spugna: non voglio andare in campo a fare figuracce. Chiudere in bellezza? In bellezza fino a un certo punto. Però chiudere.

Sono emotivo, passionale, ed è una forza non un limite. Gioco per passione, per divertirmi, perché mi piace. Col pallone ci sono cresciuto e ci morirò. E’ sempre stato il mio punto debole, ma sono contento di come sono. E spero sempre che il futuro mi possa riservare qualcos’altro. Da fuori è facile, sono tutti allenatori: doveva fare così, doveva fare cosà. In campo, se corri e uno ti tocca, è normale che cadi. Se io mi lamento o cado prima di ricevere un calcione è solo per difendermi, perché i calciatori del mio genere non sempre vengono tutelati. Però da fuori passi per il cascatore. Le telecamere riprendono tutto? Certo, come la gomitata: se gliel’hai data poi si vede. Ma sono cose istintive, capitano al momento.

Fa piacere vedere le persone innamorate di te. I tifosi a Roma sono passionali. La vita privata è difficile gestirla. Tornare nel mio quartiere? Succederebbe l’iradiddio. Se io vivessi in centro dovrei andare in giro con l’elicottero. I tifosi sono quelli che mandano avanti la baracca. Giochi anche per farli divertire. Ma la gente si diverte quando vinci”.

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